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Subiaco oggi: uno sguardo nell'attualità
Conoscenza diffusa delle realtà demografiche, economiche, socio-culturali attuali; i servizi garantiti alla popolazione; il volontariato, la difesa dalla prepotenza delle televisioni; le nuove tecnologie della comunicazione multimediale.
Il "curricolo della comunità" adatto a tutte le scuole e all'educazione degli adulti.
I problemi dei bambini-adolescenti-giovani-adulti-anziani: riprendere il dialogo tra le generazioni.
I problemi dei disabili minorenni e adulti e loro inserimento attivo nella vita sociale.
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L'Europa come destino di Subiaco e dell'Italia.
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La nota                                                                                                                            
“Beni relazionali”, comunità e dono riscoprirli anche a Subiaco

Questi tre temi ( “beni relazionali”,comunità e dono) sembravano relegati negli scritti degli antropologi culturali.
Occorre invece trarli dagli scaffali degli specialisti e “trattarli” in mezzo a tutto il popolo, specialmente tra i giovani: farli diventare cultura diffusa.
“Beni relazionali”                                                                                           

Sono le amicizie, i rapporti di prossimità e buon vicinato, la frequentazione pacifica di ambienti e spazi pubblici, un caffé con gli amici...  Molti studiosi pongono questi beni più in alto degli stessi vantaggi del successo economico.
In passato i paesi di Provincia e Subiaco in particolare erano ricchi di “beni relazionali”: osterie, Confraternite, feste paesane, fiere e mercati, giochi e tombole...
Sbagliamo se affermiamo che, per una serie di ragioni, oggi, anche in provincia, solo gli anziani praticano queste buone forme di vita quotidiana?
Comunità
Tutti parlano di comunità (comunità familiare, scolastica, locale, montana, nazionale, europea, internazionale).In realtà è comunità dove ci si conosce “faccia a faccia” a prescindere dal nostro  lavoro.
Ma le forze dell’individualismo, relativismo e diffidenza verso il “sociale”, lavorano espressamente per l’anti-comunità, accusando il “comunitarismo” - come loro spregiativamente lo chiamano - di voler tarpare le ali agli “individui” eccellenti, ai leader.
Ogni area del mondo deve tenersi  le sue guerre, le sue povertà, la sua mancanza di salute e di lavoro, la sua immondizia? Se fosse così, addio comunità e con essa perfino la “fraternité”della  Rivoluzione Francese!
Dono
Tutti fanno e ricevono regali, in un ossessivo “do ut des”.
Il dono disinteressato del proprio tempo, delle proprie competenze , oltre che di risorse economiche è invece raro, ma sempre più necessario. E’ il bene comune a portata di tutti, il bene della prossimità.
Finora solo le “adozioni a distanza” e il volontariato e l’associazionismo sono segni di fiducia.