TRADIZIONI E CULTURA POPOLARE

 

LA QUARESIMA

Per i cristiani, la Quaresima è, com’è noto, il tempo liturgico di quaranta giorni dedicato alla preghiera e alla speciale penitenza, in preparazione ai Misteri della S. Pasqua.

Tradizioni popolari relative alla Quaresima

Su questa regola cristiana, si sono innestate nel tempo alcune pratiche culturali popolari, ancora non del tutto spente, e che meritano una citazione.

Agli inizi del’900  Sor Capanna cantava per le strade :

C’è na signora che tra balli e feste

a Carnevale pare n’assassina.

Ma quanno er prete ‘ncenera le teste

vanchiesa, piagne e fa la pellegrina.

Co’ la cenere se crede de pulisse, in bona fede.

Ma s’è sbajata:

pe’ lei nun basta manco na bucata!

Altra filastrocca popolare, che non riesce a separare la Quaresima dal Carnevale:

Carevalencima agliu foco

isse alla moglie “Ràttame poco”.

“Non te posso più rattà, Carnevale senne va.

Senne VAA sopra aglu tittu

va a sonà ju cifiuttu”.

La Quaresima, poverella,

ci sonea la tamburella,

e la vatta scamiciata

cesse fece na risata.

La Quaresima era anche il tempo del Quaresimale e del Padre Quaresimalista, un predicatore specializzato, una sorta di “inviato speciale” nelle maggiori parrocchie, per risvegliare la riflessione e la Fede in fedeli,  troppo spesso annoiati dal solito Parroco.

Il Quaresimalista, con efficace retorica, predicava per circa quaranta giorni, dall’alto del pulpito, in alto, al centro della chiesa.

L’ultimo giorno incombeva al Predicatore il compito di benedire tutte le categorie sociali dei fedeli:i contadini, gli artigiani, i commercianti.... Guai a dimenticare una, anche piccola, categoria!

C’era poi la malizia di ritenere che qualche donna si mettesse a bella posta in vista del predicatore, per farsi notare: insomma per manifestare una eccessiva simpatia.

Al termine delle Quaresima, dopo la quasi quaranta prediche, i fedeli si sentivano (ed erano) in qualche modo rinati e pronti per la Settimana Santa e la Pasqua di Resurrezione.

Col tempo il rigore della Quaresima si è stemperato ( anche troppo!), specialmente in relazione alle penitenze, all’astinenza dalla carne e al digiuno.

La comunità cristiana continua a vivere la Quaresima intensificando la catechesi e celebrando le liturgie specifiche, fino alla Domenica delle Palme e alla Settimana Santa.

Nella speranza che i tempi nuovi non annacquino anche ogni impegno personale profondo.

E poi tutti osservano con qualche sospetto il Ramadàn dei musulmani...come se l’impegno nella Quaresima dei Cristiani dovesse essere, per forza, minore.