TRADIZIONI E CULTURA POPOLARE
Per i cristiani,
Tradizioni popolari
relative alla Quaresima
Su questa regola
cristiana, si sono
innestate nel tempo alcune pratiche culturali popolari, ancora non del tutto
spente, e che meritano una citazione.
Agli inizi del’900 Sor Capanna cantava
per le strade :
C’è na signora che tra balli e feste
a Carnevale pare n’assassina.
Ma quanno er prete ‘ncenera le teste
va ‘nchiesa,
piagne e fa la pellegrina.
Co’ la cenere se crede de pulisse, in bona fede.
Ma s’è sbajata:
pe’ lei nun basta manco na bucata!
Altra filastrocca popolare, che non riesce a separare
Carevale ‘ncima agliu foco
isse alla moglie “Ràttame poco”.
“Non te posso più rattà, Carnevale
senne va.
Senne VAA sopra aglu tittu
va a sonà ju cifiuttu”.
ci sonea la
tamburella,
e la vatta
scamiciata
cesse fece na
risata.
Il Quaresimalista, con efficace retorica, predicava per
circa quaranta giorni, dall’alto del pulpito, in alto, al centro della chiesa.
L’ultimo giorno incombeva al Predicatore il compito di
benedire tutte le categorie sociali dei fedeli:i
contadini, gli artigiani, i commercianti.... Guai a dimenticare una, anche
piccola, categoria!
C’era poi la malizia di ritenere che qualche donna si
mettesse a bella posta in vista del predicatore, per farsi notare: insomma per
manifestare una eccessiva simpatia.
Al termine delle Quaresima, dopo la
quasi quaranta prediche, i fedeli si sentivano (ed erano) in qualche modo rinati
e pronti per
Col tempo il rigore della Quaresima si è stemperato ( anche
troppo!), specialmente in relazione alle penitenze,
all’astinenza dalla carne e al digiuno.
La comunità cristiana continua a vivere
Nella speranza che i tempi nuovi non annacquino anche ogni
impegno personale profondo.
E poi tutti osservano con qualche
sospetto il Ramadàn dei musulmani...come se l’impegno
nella Quaresima dei Cristiani dovesse essere, per forza, minore.