“Umbertino D.” personaggio sublacense

GIORNATA-NAZIONALE-DEL-DIALETTO 15 gennai 2017

 

15 gennaio 2017

 

 

PERSONAGGIO SUBLACENSE: PER IL SUO TEMPO, PARLAVA TROPPO BENE IN ITALIANO !

Subiaco – anni ‘50.                                                                                                                         

Era un cittadino rispettabilissimo. Visse in un Rione tradizionale, al disotto della Rocca.

Si parlava molto di lui, con qualche ironia, solo perché “osava” parlare bene in italiano, in un ambiente dominato da irriducibili “dialettofoni”. Questi ultimi non volevano cambiare; nonostante la scuola, che, bene a male, tutti avevano frequentato.

Lo chiameremo Umbertino D. (nome convenzionale). Effettivamente faceva un certo effetto vederlo leggere il giornale seduto davanti alla sua casa (quando pochissimi lo leggevano o, peggio, sapevano o potevano leggerlo). Poi commentava qualche notizia ad alta voce con gli avventori anziani della vicina osteria. E più i suoi interlocutori si esprimevano in dialetto “pesante”- e con giudizi “duri”-, più lui parlava con stile e rigorosamente “in tricolore!”.

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Aneliti di libertà di Alessandro Scafetta

Università Popolare di Subiaco

ANELITI DI LIBERTÀ

Saggio Storico di Alessandro Scafetta

Libero pensatore Sublacense

PRESENTAZIONE

All’Università Popolare

di Subiaco

Sapevamo che Alessandro Scafetta aveva matura­to una sua vera competenza personale sulle vicende storiche della battaglia di Tagliacozzo, in realtà come egli stesso ha precisato, battaglia dei Piani Palentini presso Scurcola Marsicana tra Svevi e Angioini, oltre ad altre sue indagini sui Simbruina Stagna.

Ci fa piacere di salutare ora questa sua ri­costruzione di una “Allenza per la Giustizia” tra le popolazioni dei feudi di Subiaco e Tagliacozzo.

La cultura popolare scopre così di avere in sè risorse di tutti e per tutti sui temi tradizionali e at­tuali. Sì, attuali come di sempre sono anche i più mo­desti impegni per il diritto a salvaguardia della pace.

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Breve storia dell’Armenia

BREVISSIMO RIASSUNTO DELLA NOSTRA STORIA ARMENA

L’Armenia, un territorio trans-balcanico situato fra il mar Caspio e il Mar Nero, è stata calpestata, fino dall’antichità, da eserciti di devastazione e di orde migratorie.
Ha subito nei secoli le dominazioni dei Romani, dei Bizantini, dei Persiani degli Arabi, degli Ottomani, dei Russi, dei Turchi.armenia
In seguito della predicazione degli apostoli S. Bartolomeo e S. Giuda Taddeo, fu la prima nazione, nel 301 d.C., ad adottare il Cristianesimo fondato da S. Gregorio l’Illuminatore, venendosi così a trovare geograficamente chiusa fra paesi non cristiani, che hanno sempre cercato di imporre la propria supremazia religiosa e politica. La religione e la lingua con il proprio alfabeto costituirà, nel tempo, il nucleo attorno al quale ritrovare la unità culturale e politica del popolo armeno.
Nel 1915, il governo turco nel tentativo, ben riuscito, di trasformare l’Impero Ottomano dissolto, in una nazione turca, organizzò il genocidio degli Armeni, eliminando un milione e mezzo di armeni residenti in Turchia. La parola genocidio fu coniata nel 1948 proprio per definire la pulizia etnica degli armeni, ma il governo turco nega tuttora tale evento. Il genocidio non è solo una pulizia etnica ma è l’atto programmato e studiato di un governo di eliminare totalmente un popolo dalla sua terra, insieme alla sua storia e alla sua cultura. Il genocidio lascia un’indelebile ferita nei superstiti per molte generazioni come nel mio caso.
Insperabilmente, dopo la caduta dell’Unione Sovietica dal 1991, l’Armenia è diventata una repubblica indipendente; tuttavia, è ancora circondata da nazioni mussulmane ostili e ricchi di petrolio.

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Cambiamenti climatici

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PRESENTE STORICO

CAMBIAMENTI CLIMATICI , AGRICOLTURA E  PREVISIONI DEL TEMPO:VECCHI E NUOVI SAPERI PER TUTTI . Agricoltura e montagna troppo lontane dall’attenzione generale.

Cosa conoscere oggi e domani?  La “Strategia nazionale  di adattamento- Ministero dell’Ambiente”, del 2017.

“A” COME AGRICOLTURA: era il titolo di una trasmissione televisiva, piuttosto tecnica. Era una buona “curiosità” culturale per tutti.

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RIMEDI MEDICALI POPOLARI A SUBIACO E DINTORNI

erba medicinaleRIMEDI MEDICALI POPOLARI A SUBIACO E DINTORNI

Da sempre esiste, accanto alla medicina “scientifica” una congerie di pratiche medicali empiriche: rimedi e “slogature” contro slogature, torcicollo, mal di pancia, diarree…

Si conoscevano (ma non tutti conoscevano tutto) erbe medicinali, infusi e decotti, “empiastri”, manipolazione con i polpastrelli, unguenti, tisane e bevande.

Apparentemente, per ogni malanno (non grave o gravissimo) c’era un rimedio a portata di mano. Bastava andare a cercare a casa sua il “praticone” o la “praticona” in possesso del rimedio e in grado di somministrarlo. Ma anche i più bravi erano stimati e non temuti come “stregoni o streghe!”. Erano per primi loro a dire al malato occasionale che per i mali seri c’era il medico, e che loro stessi andavano dal medico!

Mai si trattava di filtri e “magie” banche o nere! Medicina popolare e basta.

Si può fare una tabella dei mali e dei rimedi popolari? Mai stampato niente di simile.

La memoria degli anziani ci aiuta a ricostruirla.

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Programma Celebrazioni 150 anni degli scontri tra Garibaldini e Zuavi a Subiaco

La Giornata del 15 ottobre 2017 a Subiaco

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Sabato 7 Ottobre 2017 – Ore 9.00

Raduno a Poggio Filippo (AQ) “Sulle orme della Colonna Garibaldina” percorso in bicicletta da Tagliacozzo a Subiaco lungo la “Via dei garibaldini” 

Mercoledì 11 ottobre 2017

Presso il Cimitero di Subiaco – Ore 11.00

  • Deposizione corona di alloro nel Sacrario dei Garibaldini

Sabato 14 ottobre 2017

 Biblioteca Comunale di Subiaco – Ore 10.00

  • Inaugurazione della mostra illustrativa sullo scontro tra Garibaldini e Zuavi sulla Subiaco dell’epoca
  • Convegno “1867: scontro tra Garibaldini e Zuavi a Subiaco”  
  • Presentazione  della ristampa anastatica del libro “I Garibaldini a Subiaco nella campagna dell’Agro romano del 1867” di Monsignor Augusto Giustiniani

Domenica 15 ottobre 2017

Rievocazione Storica – Ore 17.00

ore 17.00 Piazza G. Lustrissimi

  • Deposizione corona di alloro in memoria dei caduti degli scontri presso la lapide dedicata a Emilio Blenio
  • Corteo da piazza Gerardo Lustrissimi a Piazza Emilio Blenio
  • Rievocazione degli eventi a cura dell’Ass.ne Arca di Corrado con la partecipazione del cantastorie Alessio Checchi
  • Spari a salve dei Garibaldini della I Legione del Matese
  • Intermezzo musicale eseguito dalla Banda Nazionale Garibaldina di Poggio Mirteto.

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Antiche costruzioni: le tenne

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LA VITA QUOTIDIANA NELLA “TENNA “ E TRA LE “TENNE” NELLA CIVILTÀ CONTADINA DELL’ANIENE. Una volta ripari provvisori, e ora villette.

 

Nell’alto Aniene non abbiamo avuto gli insediamenti produttivi rurali come Le Cascine al Nord Italia o Le Masserie al Sud. I terreni erano e sono molto frammentati in piccoli appezzamenti.

Come riparo, bastava una costruzione piuttosto precaria, fatta con materiali reperiti sul posto e con poca calce: era la tenna. La famiglia contadina (più o meno al completo) si recava a piedi dalla casa in paese, “in campagna”. All’imbrunire, si tornava a casa.

A che serviva la tenna? Era il ricovero provvisorio in caso di pioggia, per la conservazione degli attrezzi di lavoro, per l’allevamento degli animali da cortile (conigli e galline), per “fare il vino”. Anche la stalla era “provvisoria”.

L’Arch.Giovanni Prosperi così descrive le tenne: “Sono in muratura a faccia vista,

per lo più ad una sola falda, inclinata nel verso del pendio. Molto semplicemente uniscono ad una grande cucina, la stalla per le poche bestie allevate”. Già Tommaso Federici aveva studiato queste realtà in un manoscritto del 1958 dal titolo: “L’ordinamento fondiario e il sorgere del comune Tiburtino-Sublacense”, nel quale metteva in luce il ruolo dei Benedettini nella valorizzazione dell’agricoltura di questo territorio nell’Alto Medioevo.

Per tutto il giorno, durante il tempo della luce solare – specialmente a primavera e in estate- era tutto un affaccendarsi di contadini – moglie e figli- dalla tenna al terreno, per preparare e consumare i pasti : colazione(sostanziosa) a metà mattinata, il pranzo dopo mezzogiorno. I ragazzi portavano acqua o acquato (vinello annacquato) ai parenti intenti a zappare (terreni compatti) o vangare (terre più sciolte) o impegnati nel faticoso scassatu, per approfondire il maggese.

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Chi era Umberto Serafini

Saggezza e vita per dare sostanza all’idea europea                                                                      

UMBERTO SERAFINI : PERCHE’ E’ BUONO E GIUSTO RICORDARLO E ONORARLO SOPRATTUTTO A SUBIACO.

Con i fatti!

Abbiamo già scritto su IL CITTADINO chi era il Prof. Umberto Serafini, europeista, primario collaboratore di Adriano Olivetti, fondatore dell’AICCRE, tra i primi nel Movimento Federalista Europeo, “inventore” dei gemellaggi tra le città e le scuole di tutta Europa.

Stavolta vogliamo trattare di lui come professore di filosofia. nel “Braschi” .

E non è cosa da poco, perché, nonostante la giovane età, nella sua professione educativa c’era tutto il senso della sua missione politica e culturale e la sua apertura mentale all’Europa e al mondo. E allora era ancora cosa rara.

Un professore può essere “visto da vicino” da chi è stato suo allievo.

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Riti di passaggio nella tradizione popolare sublacense

RITI DI PASSAGGIO NELLA TRADIZIONE POPOLARE SUBLACENSE

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Aspetti tradizionali della vita contadina a Subiaco

ASPETTI TRADIZIONALI DELLA VITA CONTADINA A SUBIACO FINO AGLI ANNI CINQUANTADEL SECOLO SCORSO (2)

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