“Ho un sogno”

PER LA VALLE DELL’ANIENE ci vorrebbe una specialissima “tavola rotonda”.

“Il futuro ha cuore antico”. Vorremmo ispirarci a questo titolo di Carlo Levi, per sognare una salvezza e rinascita della Valle dell’Aniene nel futuro prossimo.

L’imminente determinazione dell’Area Metropolitana ci mette alle strette. Che ci stiamo a fare, noi, popolazione della Valle dell’Aniene, in questo rinnovato spazio politico-amministrativo, urbanistico, culturale, economico e residenziale?

Se tutto deve cambiare perché nulla cambi, allora il cambiamento si riduce a un gioco di cariche politiche, non divertente. Ma se riflettiamo e agiamo perché qualcosa di buono avvenga, allora ecco alcune riflessioni, simili ad una sorta di “realismo magico”, un sogno ad occhi aperti.

Per noi, inutile negarlo, fu il medioevo, il periodo storico di rilievo, con qualche sprazzo di luce nei secoli successivi.

Si tratta di tornare alle migliori pratiche, depurandole dalle miserie del tempo ed esaltandole con l’innesto di una cultura attualissima: idea di Europa e nostro apporto a essa; informatica per lo studio e il lavoro; integrazione “di valle”e fine dei campanilismi; economia rinnovata nell’agricoltura oggi possibile, nell’industria che circonda da vicino la valle, nell’artigianato, nel turismo efficiente; nei servizi ai cittadini.

Nel Medioevo e per molti secoli la valle dell’Aniene fu vivificata dai grandi Santi: San Benedetto e San Francesco.Quindi, per l’oggi e il domani: orizzonte spirituale alto. Gli scambi di persone e merci, pur se a dorso di mulo, erano in tutte le direzioni (e non solo verso Roma, che resta una grande attrazione). Fiere e mercati facevano incontrare tutti. Quindi, nell’attualità: strade e trasporti veramente adatti. Pur in un quadro di povertà e scarso alfabetismo, fiorivano centri di cultura di eccellenza. Questo significa che oggi e domani scuole e cultura devono rifiorire e attrarre persone anche da altri luoghi, prossimi alla Valle dell’Aniene.

Occorre fare storia di tutto questo e poi puntare con coraggio al futuro. Ogni singolo paese della Valle, in un modo o nell’altro, sta pensando al proprio avvenire, con qualche apprensione e perfino con paura. Quali paesi si salveranno, tra venti-trent’anni? A Jenne stanno elaborando un progetto per “Jenne 2099”. Addirittura! In qualche paese pensano seriamente di affidare a qualche “cervellone” esterno – tra i mitici supertecnici del momento – l’impegno di inventare il “tenimento” e lo sviluppo futuro, a prescindere dagli altri paesi!

Con la nascita dell’Area Metropolitana, tutti i Comuni insieme, senza affidarsi a “illustri” studiosi di piani di sviluppo (che si rivelano quasi sempre delle mere esercitazioni accademiche), debbono impegnarsi unitariamente.

Ma come mettersi insieme a pensare, progettare, “anti-vedere”, nel concreto e nel contesto socio-economico, il futuro della Valle dell’Aniene? E’ questo il vero problema! Chi comincerà? Non sarà tacciato di sognatore?

Gli americani hanno inventato il metodo “Delfhi”: gli specialisti sui temi in esame si scambiano on line le loro riflessioni fino ad “affinare” un testo da sottoporre al pubblico, e poi ai “decisori finali”. Il nostro conterraneo Prof. Tommaso Federici così immagina una seria “tavola rotonda”: “Nessuno specialista è superiore agli altri; ognuno riceve il “materiale” di tutti gli altri; ognuno procede alla duplice operazione della correzione del proprio materiale, integrandovi visuali dei colleghi, e nella proposta di correzione e di integrazione rivolta agli altri colleghi. Adesso si può procedere ai congressi, ed alle pubblicazioni del “materiale” di tutti”. Occorre individuare il “capo-maglia” di questa rete!

E, poi si può procedere alle iniziative e decisioni culturali, economiche, turistiche e politico- amministrative.

G.C.