ANCORA PROBLEMI DI ETERNIT? RIMUOVIAMOLI!

eternit

Caro Direttore, basta alzare lo sguardo su molti palazzi di Subiaco per scoprire ancora tracce di quel micidiale elemento chiamato eternit, che ha provocato e provoca ancor oggi migliaia di morti.

Nelle miniere di amianto in Italia sono tristemente famose le città di Casale Monferrato e di Bussi, che avevano molti addetti nella produzione di eternit, e che non vedono riconosciute le loro ragioni da una giustizia, che assolve l’industriale svizzero arricchitosi sulla pelle della gente e per di più non riconosce (sentenza recente) nemmeno un indennizzo per disastro ambientale.

Si dice che le fibre dell’amianto presenti nell’eternit non siano pericolose finché esso non si sgretola, non si sfalda. Ma chi controlla i tetti dei palazzi? Chi indaga che le fibre minuscole di amianto non viaggino indisturbate e respirate dai cittadini? Fino ad oggi si è preferito mettere la testa sotto la sabbia, provvedendo al rifacimento delle facciate in via Cadorna e via Cavour.

Bellissime, ma la salute degli abitanti di Subiaco vale di più! Certo, disfarsi dell’eternit è alquanto costoso e gli stessi condomini, in tempi di “vacche magre”, preferiscono ignorare il problema. Altri ricorrono a stratagemmi illegali – estremamente dannosi -, gettando canne fumarie vicino ai cassonetti o seppellendo lastre di eternit inquinando le falde acquifere in eterno.

E’ ora che si intervenga! Che il Comune attraverso fondi Regionale ed Europei venga incontro a quei cittadini onesti che vogliano risolvere correttamente il problema. La città di Guidonia concede fino a Euro 2.500 a privati cittadini che intendono disfarsi dell’eternit, prevedendo un tetto massimo di 50 mila euro, da erogare attraverso una graduatoria fra le istanze che arriveranno al Comune.

E’ senz’altro da citare, inoltre, una ricerca che affronta seriamente il problema: “Prendete un kilo di amianto, aggiungete 5 litri di siero di latte e mescolate bene… È l’inizio di una ricetta davvero sorprendente, una ricetta che potrebbe essere anche la soluzione definitiva a uno dei più noti problemi di inquinamento ambientale costituito dalle oltre 32 milioni di tonnellate di cemento amianto – il ben noto eternit – rimasti ancora da smaltire nel Paese… L’Università di Bologna infatti ha messo a punto un processo che unendo due rifiuti, eternit e siero di latte appunto, produce, per ogni tonnellata di eternit smaltito, 2400 kg di idro-pittura, 50 di fertilizzanti, e 30 di magnesio, oltre a CO2 pura (350kg) e altri metalli in quantità inferiori, tra cui il prezioso nikel. E in tutto questo, si distrugge chimicamente l’amianto, di cui al termine del processo non resta più traccia” (dalla trasmissione di Radio24) 

Massimo Cicolini e Giovanni Meroni