S.
GREGORIO DA SASSOLA
A cura di Giuseppe e Gina Cicolini
Versante
Ovest dei Prenestini, alle pendici del Monte Cerella: Comunità Montana Sabini-Tiburtini-Prenestini. Vicinissima a Tivoli.Un comprensorio turistico la cui economia complessiva
“tiene”, nonostante le crisi.
Quel
“ da Sassola” ha molte spiegazioni.
Da “Saxula”, al
limite del territorio degli Equi ( o dei Latini- Albensi
provenienti da Aefula), mai ben localizzata, ma con qualche
traccia in S. Angelo in Arcese. “Tra i sassi” ,
per la favoleggiata "gragnola" dal cielo, voluta da Giove in soccorso
di Ercole. Si chiamò dapprima Castel S. Gregorio. “Da Sassola” distinse il paese da altri S. Gregorio. I Sangregoriani,
scoperto un S. Gregorio presso l’Aquila, si sono gemellati,
per testimoniare amicizia, dopo il
terremoto.
Grande
Papa, grande storia del paese. Per i milleseicento
Sangregoriani è motivo di onore avere due “capostipiti”:
San Gregorio Magno nell’alto Medioevo, e il Card. Carlo Pio di Savoia nel 1600.
Il Papa fece edificare il primo nucleo abitato e il
Cardinale fondò la parallela “città
ideale”. Chi visita S. Gregorio ammira
un paese “doppio”. Il borgo medioevale, con pianta a spina, vivo e vitale,
scende fino alla Porta da Piedi, con in mezzo l’imponente Castello
Brancaccio. E a monte, la “città” razionale,vivificata
da aria, luce, acque e piante - terminante a Piazza della Padella-, che disegna
sul terreno lo stemma leonino del Savoia e realizza l’ intento di salute e armonia tra
urbanistica e benessere del
popolo. I due nuclei unificati sono in asse, con misure che fanno ipotizzare
vari “numeri aurei”. Sul Papa Gregorio tutti sanno l’essenziale. I Sangregoriani, più di tutti, per definizione! Il suo nome
significa “risvegliatore”. Fu Grande in molti campi:
come Prefetto di Roma, “Ambasciatore” a Costantinopoli, riformatore della
liturgia e musica sacra, missionario e fondatore di monasteri. Sua la
definizione, riferita agli Inglesi: “Angeli
non Angli”. Il paese si legò spesso con i monaci: dapprima con la comunità
di S. Andrea al Clivo Scauro (oggi S. Gregorio al
Celio), poi, nel 1249, con i Benedettini di Subiaco. S. Gregorio fu biografo di
S. Benedetto. Ancora oggi la Sala riunioni in S. Scolastica, a Subiaco, si
chiama “S. Gregorio” ed ha come sfondo una grande opera del Manenti
sulla carità di quel Papa. In chiesa, un quadro presenta il Santo Papa al quale
un mistico uccellino suggerisce all’orecchio la musica che sarà chiamata “gregoriana”.L’attuale
P. Abate Dom Meacci è specialista sulla figura e l’opera di Papa
Gregorio. Un bel quadro del Papa è pure nella Villa Mondragone,
a Monteporzio, sede del Rettorato
dell’Università “Tor
Vergata”.
Obiettivi attuali. Su questo ci guida lo
stesso Sindaco Fabrizio Garofoli. I Sangregoriani hanno qualcosa da dire su un tema fondamentale:
l’ambiente naturale, umano e culturale, connesso con il turismo per tutto l’anno. Senza velleitarismi,
ma senza accontentarsi delle pur belle pizzerie. Disponibili 400 coperti e 100 posti letto, a prezzi invitanti. Molta
attrazione c’è già. Si sta allargando
il marketing a nuovi visitatori romani
e laziali, con circuiti turistici nazionali ed europei, anche attraverso le
Borse del Turismo di Paestum e di Milano.Ma il grande
bacino di interesse è Roma! A parte una curiosità : il
gemellaggio con Hammonton (New Jersey) crea anche un
legame Oltreoceano. Inoltre ci sono le risorse olivicoltura e allevamento, settori
nei quali è prezioso il lavoro degli immigrati. Le olive da tavola sono della
varietà Itrana,
localmente “Passomacera”. L’olio extravergine è prodotto da
mille ettari specializzati, con tredici ottime varietà. Carne e formaggi completano
la produzione agro-silvo-pastorale,
tutta di tradizione.
La
ricettività e ristorazione. Nell’Oasi di Pace al Convento di Santa Maria Nuova,
ferie e agriturismo; Agriturismo “Il Torrino dei Gelsi”, che è “fattoria didattica” , “ un
pezzo di Toscana”, con resti medioevali e la prevista reviviscenza della
“coltivazione” del baco da seta; Agriturismo “IL SOLE”; Agriturismo “L’ALBERATA”;”
La locanda di Mastrantonio”,Agriturismo Ferramosca.
I
miti fondativi e le leggende popolari
C’è
una preistoria, con insediamenti per la caccia e la raccolta di frutti
spontanei. A pochi chilometri svetta il Monte Guadagnolo,
con la storia del Santo cacciatore Eustachio. A parte
la mitica caduta dei sassi dal cielo, Tacito parla di eccezionali
manifestazioni degli dei. Le leggende hanno amplificato questi racconti con storie
sui feudatari di turno e su apparizioni edificanti o paurose.
La storia. Le monete
romane rinvenute sono databili al 268-
VISITARE S. GREGORIO :attrazioni
urbanistiche, architettoniche, artistiche, tradizioni paesane. Il paesaggio
circostante, caratterizzato da uliveti, boschi e pascoli, invita anche ad
ammirare e raggiungere il dominante Monte Guadagnolo.Chi può permetterselo, vi salga a piedi o un mountain bike: ormai è un “anello”
collaudato da gare ufficiali. Il doppio impianto urbanistico si apprezza
comminando lungo tutta la via centrale del borgo medievale, e poi ammirando la “novità” del Borgo
Pio, affiancato dal Parco Comunale e da un laghetto delizioso . I portali e le
antiche botteghe sono da ammirare. Il Comune ha realizzato l’”abaco edilizio”, a
documentazione delle tipologie di tutti i particolari costruttivi: si può
ricostruire la storia della casa in S. Gregorio, prima e dopo il 1600. Il Castello Brancaccio, edificato nel suo
impianto iniziale nel X secolo, è ammirevole “fuori” e “dentro”.Si presenta come un maniero-residenza di aspetto imponente
ma non severo, con torri, merli e ponte
levatoio . E’ arricchito da un giardino pensile e saloni affrescati con “grottesche” mitologiche e
paesaggi, attribuite allo Zuccari. L’ampiezza
del castello è tale che si progettano,al suo interno:
un MUSEO TERRITORIALE ARCHEOLOGICO DEGLI ACQUEDOTTI ROMANI; la sezione di storia locale; foresteria; centro culturale; sale per
mostre, convegni e cerimonie. Insomma, una grande struttura turistica e
culturale al servizio dell’ area Tiburtina-Prenestina,
e a vasto raggio. C’è una progettazione.
Si attendono le varie fasi di realizzazione, per tempi e… risorse. E’ la grande meta sangregoriana:
più e meglio di un sogno comune! Maestosi e celebrati i resti degli acquedotti
romani al Ponte della Mola,
Ponte detto di Sant’Antonio
e Ponte S. Pietro. L’arte
è presente nelle chiese: S.Maria Nova, con il
caratteristico duplice filare di pini, che custodisce un altare barocco e una
statua dell’ Immacolata del 1864, ricoperta di oro zecchino.
E’ officiata dagli Agostiniani Scalzi. Qui, a S. Gregorietto,
si nascose Gregorio quando cercò di sottrarsi - per umiltà - alla nomina a
Pontefice. Mentre sul Monte Pagliaro si ritirò in
preghiera la madre Santa Silvia. Altre chiese: S.Gregorio
Magno, Madonna della Cavata, S. Biagio e S. Sebastiano. Tra le belle ville moderne ce n’è una, con
parco, già appartenuta al grande regista Tarkoski.
Natura e cultura s’incontrano: si passa dai boschi, al Medioevo, alle
innovazioni razionali nel Borgo secentesco, ad altri accenni di modernità nell’edilizia
pubblica e privata, ai restauri, alle case moderne. Per gustare tutto questo
non basta una visitina: occorre fermarsi e camminare, incontrare le persone,
fotografare…ASSOCIAZIONISMO.Oltre la
Pro Loco , l’Associazione AEFULA e i
Volontari della Protezione Civile,
l’Associazione dei Presepi, due Bande musicali ( “Città di S. Gregorio”
e “Saxula bras band”).Per
lo sport: calcio
e atletica leggera. Andrea Barberi è primatista
dei
FESTE:
15 gennaio La Pasquella;
12 marzo S. Gregorio, con sagra delle sagne co’ j’aju
pistatu”; a maggio, S. Isidoro e Sagra della bistecca; giugno e agosto,
processioni del Corpus Domini e
dell’Assunta; fine agosto, Madonna della Cavata, con sagra delle olive in salamoia; in ottobre, Sagra della bruschetta; nel periodo natalizio, Presepio vivente nel
Borgo medievale e nel
Museo dell’Associazioni dei Presepi. CIBI TIPICI: le già citate “sagne co’ j’aju pistatu”;
polenta e salsicce, fettuccine casarecce; tortellini fatti in casa; lasagne al
ragù bianco e carciofi, agnolotti con ripieno di patate e speck, bocconcini di abbacchio alla cacciatora,prosciutto
di cinghiale, pizza azzima alla brace; olive in salamoia. DOLCETTI: pizze sfogliate; ciambelle al burro; biscotti
all’anice. PERCORSI ED ESCURSIONI che fanno perno su S. Gregorio: impegnativo Arci-S. Gregorio-Mentorella in mountain bike. Gli altri: Giro dei Ponti,Anello del Monte, Sentiero Natura, Giro del Monte S. Gregorietto.Ma
ci sono passeggiate più facili! Comune e Pro Loco, Tel 0774. 488514.