Invito a…

VIVARO ROMANO

                                                                         a cura di Giuseppe Cicolini e Francesco  Semeria

Tutti dovrebbero visitare Vivaro Romano. Un po’ alla volta. Dove lo trovate un  borgo piccolo come una bomboniera,con tanta storia, storie, con persone accoglienti e panorami mozzafiato? I Vivaresi dicono di sé che da loro “non c’è niente! Niente traffico, niente smog, niente rumori”...C’è però “un’atmosfera antica,un po’ surreale, che pervade le vecchie costruzioni in pietra”.La storia parte dagli Equi;le storie di vita sono molte e varie, basta saperle ascoltare. Tutti i paesini sono così? Ma dove li trovate panorami tanto vasti come quelli verso i Monti Lucretili, verso le sorgenti della Nocchia e della Scentella,in direzione del Santuario della Madonna dei Bisognosi, la Iacciara e lo Scoglio? I Comuni vicini: Carsoli, Oricola, Orvinio, Pozzaglia in Sabina, Turania e Vallinfreda.

Il nome.Vivaro Romano, da vivarium, un antico vivaio di anguille? L’attuale piazza centrale, si chiama  Pischèra. Viene subito in mente il Vivarium  di Cassiodoro, in Squillace di Calabria,   presso un allevamento di pesci. Ci sono altri punti di contatto tra  Vivaro Romano  e il Vivarium medievale, che era un  monastero di  dotti monaci? Vedremo.

Il centro abitato.Dire che è arroccato sul Colle Gennaro, coi suoi 757metri,  è dir poco. In ottima posizione per la difesa, in passato, e , oggi, per visite, soste, passeggiate,vere e proprie traversate. Vi si arriva dalla Tiburtina, imboccando la strada laterale tra Arsoli e Carsoli.Le abitazioni, addossate le une alle altre, sono schierate a raggiera, intorno ai resti del Castello Borghese, ora in restauro. Vivaro: una minuscola comunità  da imitare. Pochi residenti ma molto fascino, che richiama visitatori e villeggianti  dalla Marsica,dal Sublacense, da Tivoli e soprattutto  da Roma.Storia. Siamo  tra gli Equi. Caduta Carseoli durante la Guerra sociale, pastori e agricoltori equi cercarono qui la sicurezza. Nel periodo longobardo Vivaro fu inclusa nel Gastaldato di Tora, ducato di Spoleto. Nell’XI secolo, divenuto un Castrum,”vide sfilare sotto le sue mura l’esercito di Corradino,diretto a Tagliacozzo per lo scontro sfortunato contro Carlo d’Angiò”.

I feudatari Orsini rafforzarono il borgo con una Rocca dotata di torri. Nel 1500 i vivaresi ottennero di reggersi in Communitas.  La terribile peste del 1656, seguita dalla carestia del 1764, colpì duramente. La Rivoluzione Francese dilagò con le sue conseguenze e le sue truppe fino a Vivaro nel 1779. Ma qui incontrò una incredibile resistenza guidata dal fabbro-ferraio  Mastro Lavinio Ferruzzi. Alla fine prevalsero i francesi del gen.Jablonowski . La Rocca fu distrutta dagli stessi vivaresi, stanchi del potere feudale. Restaurato il potere pontificio, Vivaro non ebbe vantaggi dalla sua fedeltà verso le “chiavi”. Il brigante Gasparone, scorrazzò anche in queste contrade, favorito dal malcontento popolare. Nel Risorgimento il segretario comunale Giò Giacomo Cerini innalzò l’albero della libertà e accolse le truppe garibaldine e lo stesso  Garibaldi. Con l’unità d’Italia, il 28 novembre 1870 Vivaro ebbe la sua prima amministrazione italiana, retta dal sindaco-patriota Giuseppe Mazzetti.Altre personalità  importanti . Il Card. Angelo Di Pietro, Nunzio apostolico e addirittura “papabile”. Nel 1914 riscattò le terre ancora tenute dai Borghese e ne fece dono ai Vivaresi nella forma dell’Università  Agraria. Fu una liberazione di persone e intelligenze dal legame servile! Inoltre  fece ricostruire la Chiesa Parrocchiale di S. Biagio.Il maestro Filippo   Cerini è ricordato come insigne educatore e cultore di musica e poesia. Abita  e opera attualmente in Vivaro il  Ch.mo Prof. Giulio Sforza,  docente emerito di Pedagogia  alla “Sapienza” e  singolarissimo  autore di opere  e promotore di iniziative “filosofiche, estetiche, poetiche e musicali” , per la rinascita di una sensibilità lirica classica e estetica anti-convenzionale. La musica, anche corale, è celebrata ed eseguita. Ultime sue pubblicazioni: “L’Evita”, due volumi di poesie neoclassiche, nonché Canti di Pan” e “Ritmi del thiaso”.Ha pubblicato, tra l’altro, “Dewey e la sua scuola” e “La musica di Zarathustra”. Ha un sito web: http://digilander.libero.it/giuliosforza/Ha fondato e dirige l’Associazione di varia umanità e musicaViVarium”, con corale, incontri folkloristici,  cultura e storia. In quest’ ultimo campo è validamente affiancato da sua figlia Beatrice, docente, autrice di saggi e articoli ed  esperta di storia e tradizioni . Allora, un contatto  tra Vivaro e Vivarium di Cassiodoro ci può essere! Lì, studi e composizioni medievali. Nella Vivaro di oggi, una genuina e attiva fonte di poesia, musica e riflessione filosofica, nel segno e sogno di una rinata classicità, proposta alle élites e a tutti. Qui è un piccolo popolo unito. Leggende. Con tanta storia vera, non c’è posto per le leggende, tranne quelle dei “racconti della paura”: i fantasmi “Coccia abbotata” e “Bocaletta”.Passeggiate e traversate nella natura  dei dintorni. Dopo la visita all’abitato, ai resti della Rocca e alla Chiesa,  visita al santuario campestre della Madonna Illuminata. Narra la leggenda che un contadino scavò il terreno nel punto che gli apparve illuminato dall’Alto. Trovò un quadro della Madonna, ora esposto nella chiesa. Il popolo vivarese è molto legato a questo culto. Canta con un inno molto commovente: “ O stella del mare del Cielo Regina Vivaro s’inchina prostrata ai tuoi piè”.Consigliabile qualche breve escursione e qualche vera traversata: il giro della Selva Grande (castagneto);  la Mola-Cosegnegli-Palaparruccia- S. Maria e Iusa; fino a Turania ( una volta chiamata Petescia); alla vetta del Monte Croce, da cui è possibile scattare magnifiche foto panoramiche. Durante queste passeggiate/ traversate  potete  ammirare  (e solo fotografare!) la ricca  “botanica vivarese” . Localmente essa è studiata e catalogata in dialetto, in italiano, con spiegazioni scientifiche e di utilizzo popolare : agoragli e’sérpi;bottònica;caccialèpiri;calandrèlle; matrecàra;pitàrdema; porcàcchia; rose piocchiòse;ogna cavallina; pisciacane; tutumàgliu; vitacchia; spàraciu … Vediamo la “presentazione”  di due esemplari. “Rose piocchiose”- “papaver rhoesal, L.( da Linneo) , famiglia delle papaveracee, papavero.Uso tradizionale:come calmante; contro l’insonnia; liquido, per tingere stoffe.”Pitàrdema”- coriandrum sativum, fam. Umbrellifere, coriandolo comune. Uso:pediluvio rinfrescante; per conservare cibi sott’olio o nelle salsicce di maiale”.E’ rimasto un unico asinello, testimone della storia di umili bestie da soma.Feste e sagre. Oltre alla Festa patronale di S. Biagio (3 febbraio), nel giorno di Pasquetta , nel prato antistante la Chiesa della Madonna Illuminata ,  tradizionale “CUCULACCHIO : pranzo all’aperto a base di braciole, salumi, formaggi, torte rustiche e frittate. Altre sagre: dei Pizzigli; del fagiolo di Cincone; degli gnocchi col sugo di castrato; delle petacce cecamariti; del cinghiale. Piatti caratteristici e dolci. Pulenda alle ciammaruche, tonnarelli, trippa, ferrazzoli ( pasta), polentone alla carbonara.Pizza sbattuta , pizza cresciuta e ciammallete sono  specialità locali. “Rifornimenti”: da Alimentari Chiapponi e nel Bar Cortellessa. Le associazioni: ViVarium e Pro Loco (Fernando) tel. 3476254716; e-mail : proloco@vivaroromano.com. Sito web:www.vivaroromano.com. L’ospitalità è garantita in ogni periodo dell’anno.