INVITO A…                  

 

VALLEPIETRA E IL SANTUARIO DELLA SS. TRINITA’

 A cura di Giuseppe Cicolini

 

Visitare Vallepietra e salire in pellegrinaggio al santuario della SS. Trinità  è antica tradizione di Fede e cultura , una sorta di rito di auto-riconoscimento di far parte di un grande popolo diffuso in questa parte di mondo, e che sa mettersi in cammino. Chi ha fatto il viaggio, ritorna anche ogni anno, quasi a scandire la propria vita, nel passare del tempo e del vigore delle forze. Una volta il pellegrinaggio a piedi era anche un’impresa muscolare. Oggi si va in autobus o in macchina, ma un certo sacrificio resta. Ogni pellegrinaggio o processione allude a una salita al Paradiso.

Un patto di unione lega quindi le popolazioni cristiane dell'Italia Centrale al Santuario della SS. Trinità – le Tre Persone divine - che si è consolidato nei secoli mediante pellegrinaggi e visite, anche in tempi di guerra e di fame. Oggi è sorto un coordinamento tra le varie Compagnie, dei diversi paesi del Lazio, dell’Abruzzo e a Sud, fin presso il territorio del Santuario di Montevergine, presso Avellino.                                                                                                                          Fede, storia ed eccezionalità dello spettacolo naturale sono al loro culmine in Vallepietra e nel  suo celeberrimo Santuario. La Fede: il dogma più arduo del Cristianesimo è reso sommamente amabile dalla devozione  e dalle spontanee invocazioni del popolo dei pellegrini. La storia:  di Vallepietra e soprattutto della pietà popolare, con i suoi viaggi organizzati comunitariamente, preghiere, invocazioni e la sacra rappresentazione della Passione detta “Pianto delle Zitelle”, che scuotono anche emotivamente le coscienze di fiumi di popolo. L’impressionante bellezza è data dall’anfiteatro di monti, dal fiume Simbrivio -affluente dell'Aniene- e soprattutto dalla grande falesia  color rosato, una vera spaccatura vertiginosa della montagna “Tagliata”, alta trecento metri e ampia quanto basta per sigillare in alto l’intera valle. E’ l’ambiente, è il Santuario della SS. Trinità: riservano al visitatore un trasalimento mozzafiato che va dagli occhi, alla mente, al cuore. Quelle Tre Persone, uguali e distinte (anche troppo uguali...) - il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, benedicenti alla greca-, affrescate nella parete della chiesetta scavata  nella   roccia, non lasciano indifferenti  :”Non c’è ateo di fronte a tanto altare…”. Negli anni’30 Emilio Cecchi sul Corsera scrisse che i pellegrini erano anche uomini “con la stilografica affacciata al taschino”; oggi sono gli uomini e donne dei telefonini e dei computer.

Quelle immagini non sono le sole nelle pareti della chiesetta. Ci sono scene dell’Annunciazione, Natività, Adorazione dei Magi, Presentazione al Tempio. E inoltre: i volti di Maria, S. Antonio Abate, S. Domenico di Sora- il celebre abate benedettino “monaco itinerante”-, S. Giuliano e una Madonna col Bambino. Ma gli occhi e il cuore di chi entra nella chiesetta vanno costantemente a incontrarsi con la sguardo e con la benedizione“bizantina” delle Tre Persone. Ogni pellegrino si comporta come tutti, come in un ricevimento davanti al Re dei Re:  fa il segno di Croce, sfiora gli stipiti dell’ingresso, s’inginocchia e  prega.  Ed esce camminando all’indietro…

Oggi il Santuario è stato rinnovato nelle strutture ricettive e di sicurezza, con grandi lavori e locali. E’ curato dal Rettore Mons. Alberto Ponzi  (338.4485253,0774.899084 – mail p.vallepietra@tiscali.it sito web www.santuariovallepietra.it) e dall’ottimo Sagrestano fac-totum Franco Mercuri. Il Santuario si apre il 1° maggio e si chiude il 3 novembre. Anticamente “ju rumitu” restava sul posto anche in alcuni mesi invernali. Anziani, impediti e malati possono chiedere al 335.1254126, con congruo anticipo, di essere trasportati gratis in bus navetta dal parcheggio di Campo della Pietra al santuario.

La storia

Dove sorgeva un tempietto pagano si ricavò una chiesa cristiana fondata da monaci basiliani, autori dell’affresco della Trinità. Oppure - altri pensano- S. Domenico di Sora o di Cocullo, intorno all’anno mille fondò il santuario. 

Le pie leggende

Le Tre Persone sono lì per miracolo, dipinte “senza mano d’uomo”? Due buoi e un aratro caddero dall’alto della Tagliata e furono salvi? L’acqua sgorga in proporzione del numero dei fedeli da dissetare?. Due Ravennati, per sfuggire alla persecuzione di Nerone, si rifugiarono lassù, dove furono visitati dai Santi Pietro e Giovanni ed ebbero l’apparizione della Trinità. Queste narrazioni leggendarie non fanno male a nessuno. Sono presentate, tra l’altro nel Museo degli ex-voto al disotto della grande spianata.

L’associazione Culturale Don Salvatore Mercuri, in un suo sito (www.donsalvatoremercuri.vallepietra.it) (e-mail: lippo05@libero .it documenta e tiene aggiornate tutte le vicende del Santuario e di Vallepietra, in memoria di Don Salvatore, che fu un grande parroco e poeta.

Antropologi, storici della cultura immateriale, scrittori, fotografi e registi si sono cimentati con il tema: Vallepietra e suo Santuario.

Tra gli altri documentari, nel 1939 fu realizzato il film “Il Pianto delle Zitelle”, dal regista Giacomo Pozzi Bellini. L’antropologa Elisabetta Simeoni, dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha studiato a fondo il tema contribuendo all’allestimento di una grande mostra fotografica, filmica e sonora presso il Ministero, nel Palazzo del S. Michele , in Trastevere. Dal titolo:

Fede e tradizione al Santuario della S.S. Trinità di Vallepietra”.

Vallepietra – Il paese

E’ un degno “atrio” del Santuario. Accoglie, incoraggia, quasi accompagna i pellegrini, in mille maniere. I Vallepietrani hanno anche una loro vita di villaggio, il cui relativo isolamento è assunto a valore. La sua storia è legata, alla “Petra Imperatoris, dedicata a Nerone; il paese fu governato nel tempo dalle famiglie Caetani, Astalli, Marefoschi, Piccolomini e Troili. Una Torre alta 24 metri, è il simbolo medievale del paese. Prodotti tipici sono: i  facioloni  (fagioli bianchi e grandi, i ciavattoni sono  coltivati ma sono di importazione), vari tipi di polente (la più tipica è la: “  pulenna fettata a casu e panuntu”), ciammelle all’anice, grandi, con farina, sale, anice, lievito e olio.

I Ristoranti: Simbrivio, La brace, Romano, e stagionalmente: Da Pino alle pezze piane, La noce, Pizzeria Ristorante d’ Agnese.

Aziende locali: Miele d’autore di Alessio Lo Cicero, , l’Aratro: forno a legna, Pasta fresca tutti i giorni nella Farina del mio sacco.

L’acqua di Vallepietra, in tante fontane e fontanelle, è di qualità ottima e disseta circa 80 Comuni del Lazio.
Festa del Patrono S. Cristoforo: 25 luglio.

Nel Ferragosto, tra le altri iniziative, Un vicolo l’anno “Con un po’ di dialetto…”, la tradizionale Inchinata, e molta musica tradizionale.

Si possono prendere case in affitto, anche per tutto l’anno, a prezzi accessibili.

 

Percorsi a piedi: percorso  “Piergiorgio Frassati” dall’Abbazia di Trisulti, a S. Luca di Guarcino e fino al Santuario.

Vallepietra Santuario ( usato ancora da compagnie di pellegrini provenienti dalla provincia di Roma), lungo 7 Km. Con un dislivello di 450 metri.

Ogni anno la Diocesi di Anagni organizza il pellegrinaggio dei giovani, il primo venerdi e sabato di settembre.

Come si arriva: da Roma: autobus  Cotral a Ponte Mammolo fino a Subiaco e coincidenza per Vallepietra; partenze da Subiaco: ore 7.00 – 10.00 – 14.00 – 18.00. Autostrade: A1 fino ad Anagni Fiuggi; 

A24 fino a Vicovaro Mandela e poi lungo la Via Valeria e Sublacense.