OGNI MESE UN PAESE

Invito a:

S A M B U C I

Concordia laetitia est”: è il motto del comune di Sambuci, sotto l’immagine del Castello Theodoli.Dopo una visita al Paese - specialmente se avrete parlato con qualche Sambuciano- vi convincerete che Sambuci consiste proprio in un meraviglioso Castello, con contorno da palazzi, case, portali e negozi, molte Associazioni e, tra la gente, tanta voglia di concordia e accoglienza.

I sessanta romeni residenti sono ottimamente integrati: casa, lavoro , scuola, chiesa e feste. Piuttosto non si dimentica mai di rimarcare- sia pure cortesemente- che il tale o la tale “viene da Gerano, da Vicovaro...). Ma questa è solo una curiosità, che non cambia la sostanza.

Paese di tradizioni e d’innovazione. Il Castello Theodoli (ora comunale!) condensa i ricordi storici. Ma i giovani scalpitano, vogliono Internet a banda larga ( o almeno l’ADSL) e intanto esordiscono in face book così: “ Sambuci, se ci sei nato, se ci vieni in vacanza, se c’hai lasciati i ricordi d’infanzia” ; “Se non sei caduto almeno una volta nella Fonte non sei di Sambuci!”. Soprattutto non sono disamorati come una volta, non hanno pronta la valigia per andarsene e si danno da fare per creare lavoro e turismo. Sambuci è gemellata con il paese francese di Vauvillers e ha intrattenuto rapporti- per far conoscere i prodotti locali - con un paese di Gozo, nell’arcipelago di Malta.

Il nome SAMBUCI viene ovviamente dal sambuco, la “sambucus nigra”, arbusto spontaneo con drupe nere e tonde, usate dai bambini per spremere “inchiostro”, dal sapore agro-dolce, utilizzato in medicina. Del sambuco non si spreca nulla: fusto legnoso, corteccia (diuretica), succo per coloranti.

Il centro del paese si presenta bello e compatto, intorno al Castello, con tre Porte – la più importante è la Porta del Giardinetto -, belle piazze, scorci e portali, un grande giardino all’italiana che tutti chiamano “ La villa”.

Leggende. Dove c’è un castello c’è leggenda. Qui si racconta di una Signoraccia e soprattutto della Pantasema del Fontanone: due “presenze” una volta inquietanti per i bambini. L’attuale Presidente del Centro Anziani, da bambino, dimenticò una zappetta e, di notte, volle tornare a prenderla. Ma doveva passare davanti al Fontanone e dunque... alla Pantasema. Si coprì il volto e la testa con l’orlo del cappotto convinto di non farsi vedere e anche... di non essere veduto dalla Pantesema. Che era forse - ci spiegano - solo un effetto di condensazione momentanea di vapore o di nebbia!

La signora Michelina, simpatica novantacinquenne, racconta che tutti avevano paura della Donna-fantasma, anche se poi ci scherzavano .

Tra gli altri “luoghi magici” che sono stati individuati da Alessandro Riario Sforza c’è il tesoro presso il Castello. Non poteva mancare. Il Castello “era ricco di tesori, che furono nascosti in una buca”: “Maria Theodoli  invocava nel giardino del Castello i cipressi, perché le rivelassero il segreto del tesoro. Ma i cipressi restarono muti e il tesoro è rimasto per sempre nascosto”. Per sempre? Chissà!

La storia  .L’insediamento è antichissimo: ci sono tracce dell’età del bronzo. Era passaggio e sosta per la transumanza, verso il piano, Tibur e la Campagna Romana. Villaggio degli Equi, poi romano-latino, di un fondo rurale con annessa chiesa si comincia sa scrivere nell’800 d.C..Unito nella Massa Jubenzana, venne strutturato dall’intervento dei Monasteri Benedettini di Subiaco, poi dal Vescovo di Tivoli.Nel 1174 si trasformò in nucleo fortificato dipendente dal Casato degli Antiochia, che vantava una discendenza  dal grande Imperatore Federico II . Corrado di Antiochia cadde in combattimento contro i Tiburtini, comandati da Meolo D’Andreazzo Ricciardi, ed è sepolto nella Chiesa di S. Michele. Poi subentrarono i feudatari Colonna, Mereri, Zambeccari. Nel 1500 il feudo di Sambuci fu messo all’asta, ma restò invenduto! Arrivarono gli Astalli, che dominarono per un secolo e mezzo. Camillo Astalli, adottato dal Papa e invitato a recarsi come Vescovo a Ferrara, rifiutò e per questa e altre leggerezze, fu relegato in Sambuci per anni fino al 7 gennaio 1635.Per breve tempo ci fu la Signoria di Vallepietra, col Marchese Giuseppe Compagnoni Montefoschi.

A questo punto s’inserisce la storia del brigante CURZIETTO, nato a Sambuci col nome di Curzio Pecili. Guidò una banda di cinquanta fuorilegge e fece scorribande e rapine nella Campagna Romana. Braccato dalla polizia papalina, fuggì a Trieste dove fu catturato dalla guardie dell’Arciduca Carlo. Il popolo voleva liberarlo. Ma gli fecero bere del vino col sonnifero e l’imbarcarono per Roma.Per non giungere davanti alla giustizia di Papa Sisto V - non certo noto per la sua mitezza- si gettò in mare.

Ovviamente il feudo cessò nell’Italia unita, nel 1870 .

Il Marchese Theodoli nel 1878 favorì, nelle sue proprietà residue, lo sviluppo dell’agricoltura e dell’artigianato e ingrandì il Castello, che divenne sede delle sue villeggiature. Quando arrivava in carrozza – raccontano – la folla lo accoglieva in festa ed egli si degnava di gettare caramelle ai moltissimi bambini vocianti.

Il Castello, oggi e domani

Nel 1960 il Castello passò ad una Immobiliare e, nel 1991, al Comune, cioè ai Sambuciani.E’ un bellissimo fortilizio-dimora in forma di quadrilatero irregolare, con affreschi raffiguranti la Gerusalemme Liberata, le Prospettive, con la Sala da Bagno, i Ciclopi, il Carro del Sole, con la Cappella dell’Arcangelo Gabriele. I Sambucesi sono ora impegnati a valorizzare il loro Castello arredandolo di nuovo- dopo le spoliazioni dei privati- e utilizzandolo per scopi culturali e turistici. Nel parco- ora villa comunale -: giardino all’italiana, vasche, statue delle quattro stagioni, lecci e la fontana detta localmente “della vòcca storta”. Una “Giornata in costume al Castello” è la festa annuale che rievoca fasti e nefasti del periodo feudale. Manco a dirlo, un ristorante, già ricordato, si chiama proprio “IL FEUDO”.

Le feste

S. Antonio Abate; Corpus Domini ( con infiorata); l’Assunta; Maria SS. Bambina; Madonna del Rosario; S. Celso Martire.Nell’Estate Sambuciana:Ballo della Signoraccia,Festa delle Streghe; Giornata in costume al Castello, e, in autunno, Festa della polenta.

I prodotti tipici

Ciammelle co’ l’anice; polenta con spuntature, salsicce o baccalà; Pizza somma con erbe di campo (vera specialità); fettuccine all’uovo; frascaregli; dolcetti secchi; ciambelloni, tozzetti con le noci; biscotti.

Si possono gustare nel già indicato Ristorante Il feudo - alla base del Castello -, nella Trattoria Vècce a tròva”, con cucina casareccia, in Piazza Roma e “Al Giovenzano”, a metà strada con Ciciliano. Un Ostello della gioventù è in fase di restauro nell’ex Convento dei Francescani, con una ventina di posti-letto.

Le Associazioni

Pro Loco ;Centro Anziani;Corale ”Antonio Rinaldi”; Associazione culturale Terzo Millennio (teatro);Associazione “Astalli”; “Sambuci da gustare ... e non solo”.

Da non perdere ( per vedere, fotografare, studiare)

Ovviamente il Castello (fuori e dentro) – prenotarsi al tel.0774.797006 –;  il complesso dell’ex Convento dei Francescani; il Borgo( tutt’intorno alla Corte); la Chiesa di S. Pietro.

I percorsi naturalistici - alla ricerca del mitico onnipresente sambuco-, “tabellati” dalla FIE (Federazione Italiana Escursionisti)

Sentiero “Colle Cerrito Piano”, di sette km, ad anello; Sentiero “Fonte Acqua Jura”, di tre km e mezzo, con strade sterrate e ampie mulattiere; traversate libere nei boschi  per ammirare sorgenti ( una è l’Acqua Santa di Sambuci” lungo il torrente Fiumicino; la roverella, il cerro, il tiglio, l’acero d’Ungheria,l’acero minore , il nocciolo,  l’orniello, il carpino orientale, il sorbo domestico ,e, tra gli oliveti: la felce aquilina e la berretta da prete.

Riferimenti per le visite ed escursioni

Comune di Sambuci: tel .0774.707006 – Sig.na Anna Proietti -; fax 0774. 797143: mail: sambucicom@libero.it; Pro Loco - Piazza Roma 28, tel.0774.790380.

Come arrivarci

In auto: Autostrada A24 fino a Castel Madama e provinciale Empolitana; oppure: uscita Vicovaro- Mandela e provinciale Mandela-Sambuci; in autobus: linea Roma-Sambuci da Ponte Mammolo.

G. C.