INVITO
A….
SCANDRIGLIA
(A cura di Giuseppe e Paola Cicolini)
Siamo nella bassa montagna sabina (535 m.) Delle
costruzioni medievali restano tracce nei
santuari e nelle Frazioni . A “Ponticelli” sorge il convento-santuario
francescano di Santa Maria delle Grazie.
A Scandriglia, secondo la tradizione, Santa Barbara fu martirizzata dal genitore
Dioscoro (pagano e smanioso di carriera militare e
politica), ed è ora Patrona del paese e
protettrice dei minatori, dei Vigili del
Fuoco e degli Artiglieri ( che la festeggiano con i fazzoletti gialli). Ella
volle tre finestre nel vano della sua prigione, a simboleggiare la Santa
Trinità. Le tre aperture figurano nello stemma civico. Il 4 dicembre si celebra
la festa patronale della santa , il cui corpo riposa nella Cattedrale di Rieti.Il nome. E’ la romana Mefila.Poi Fundus Scandrillanus”,
della famiglia Scandrillii.Un carattere
dominante. E’ un ambiente incantevole, aspro, ricco di piante e selvaggina.
I cavalli sono allevati più o meno allo stato brado nella montagna. A sorpresa,
si può leggere un manifesto che annuncia una battuta di caccia al cinghiale. Tanto
rustico e vario il panorama, quanto ingentilito l’ abitato: con portali, archi,
fontane monumentali. Con una segnaletica pubblica, privata e pubblicitaria
di gusto sobrio, basata di placche
metalliche verdi, con caratteri classici. Dopo un po’ lo sguardo riconosce
queste bellissime “tabelle” come tipiche.
“ Il clima, specialmente in località I
Piani di Scandriglia, è benefico al punto tale da regolare alcune delle più
importanti funzioni del ricambio…e rendere la respirazione più frequente e
profonda!” (Paolo Di Placido,1999) . Bella la “Fontana ‘e piazza”: uno dei simboli di Scandriglia. L’acqua delle
fontanelle e nelle abitazioni è gustosa e salutare come quella della più
reclamizzata Fonte Cottorella! Il futuro di Scandriglia è nel Parco, nelle
bellezze naturali, nella montagna:
sobrietà, ecologia, ambiente, tradizioni popolari. Non un turismo
qualsiasi, ma umile e utile e continuo -
estivo e invernale- come l’olio di qualità, qui prodotto e venduto.
Associazioni, gruppi, escursionisti e
scuole del Lazio e dell’Italia Centrale
scoprono il richiamo di questa
realtà di mezza montagna, tra Roma, Rieti e Valle dell’Aniene.Convento francescano di S. Maria delle
Grazie. E’ un convento-santuario di ampia struttura e ottimamente
conservato e valorizzato. Fu fondato nel 1478 dal portoghese Amedeo Menez de Sylva; Incluso nella Custodia dei Riformati , con
i conventi S. Bonaventura al Campidoglio (noto come Ara Coeli), Pofi, Vicovaro, e altri conventi del Lazio.Tra i
capolavori artistici: è attribuita ad
Antoniazzo Romano la “Madonna delle Grazie” dell’altare maggiore; la “ Gloria
di S. Leonardo da Porto Maurizio” è di Pietro da Copenaghen; “La madonna con
Bambino e S. Francesco”,anonima, è in una lunetta del grande e arioso chiostro.
Poi, Via Crucis, spazi verdi e
attrezzati per convegni e incontri spirituali anche all’aperto.
Preistoria.
E’
un territorio abitato da sempre, per l’allevamento e la caccia. Storia. Il Regestum Farfense dal 764 dà conto di un fondo tolto a Jocerando Abate - proprio di Farfa -, perché filo-colonnese.Bonifacio
VIII donò il feudo a Giovanni Buccamazzi, vescovo di Tuscolo. Dal 1309 spuntò
la famiglia Orsini, che si rafforzò fino al 1634, quando subentrò la Camera
Apostolica. Seguono le vicende
risorgimentali e unitarie, comuni all’area sabina. Il secondo dopoguerra fa
registrare la crisi, il calo di popolazione e, ora, un certo consolidamento
demografico ed economico. Fino al rilancio turistico di oggi e di domani,
legato alla natura e al Parco Naturale. Leggende.-Il campanile è ciò che resta
dell’antica torre di guardia, per avvistare i saraceni o i briganti, guidati da
Torreggiani. -Si chiama “ginocchiu’e bove” l’incisione nella
rocca che sarebbe stata causata da un bue, caduto nel trasportare una trave per
il monastero benedettino di S. Salvatore, sulla via per Orvinio. -Solo i
bambini e le bambine innocenti possono vedere la treccia di Santa Barbara,
riflessa in una polla d’acqua.
Gli anziani e i loro ricordi. Gli abiti che indossavano le donne consistevano in una lunga
gonna, arricciata e ampia, detta “varnellu”; una camicia
detta “polacca”; un busto e uno
scialle, oppure un fazzoletto chiamato ‘pannispalle’; calze e scarpe fatte a mano. L’abbigliamento degli uomini era costituito da una
giacca, o “camiciola”; il gilet
chiamato “curpittu”;
e calzoni di fustagno, nei colori
marrone e grigio. Scarponi chiodati, ma anche i gambali con lacci. Per
proteggere i calzoni, i pastori usavano i “vardamacchi”
con pelli di pecora o capra. Antichi
giochi: “l’albero della cuccagna”;
“ corsa dei sacchi e dell’uovo”; “corsa
della stella” ( una sorta di giostra del saracino); “marrone” (“arme e croce”,
con le monete del re sabaudo: bisognava colpire la pila di monete … e anche i
simboli del re)!”; “careché”, scommesse
a soldi; “spacca picchio”, trottola ;
“lippa”: colpire per due volte in volo la stessa asticella; “cerchio”; “campana”; “acce”, per le bambine: uno stesso filo (accia) da lavorare velocemente ai ferri
o far passare in un rocchetto
realizzando una lunga “codina”.
Musa burlesca.”Alloggia quanno alloggia la gallina, e quanno canta ‘u
gallu tu cammina”. “Bonanotte Gesù che l’oglio è caru, ce revedremo dimatina a
giornu”. “E’ brutta quantu ‘na chiamata ‘n guera”. “Sta lontanu da chi varda
pe’ terra”. “ A senti cerqua se l’accetta taglia!”.”Quannu che u medicu dice
che è troppu, ’nvece de o vinu bivi o sciroppo”:”Se dà retta agliu
gargaruzzittu, se magna a casa co’ tuttu u tittu!”.” I sòrdi vinuti co’ ndindirindì se ne revàu con ‘inndindirindà”.Archeologia. Villa romana di Nerva
presso il Monte Calvo . Madonna dei Colori nella Villa dei Brutti praenestes, le antiche pietre miliari, il ponte romano sul
vecchio percorso della Salaria. Località
Castellutius e Macia Felcosa . Da
non perdere. Ovviamente, S. Maria delle Grazie; Palazzo degli Anguillara; La
Rocca (ne sono restate solo le
fondamenta); Chiesa dell’Assunta; Chiesa
di Santa Maria del Colle; Convento di San Nicola; Convento benedettino di San
Salvatore (sulla strada “ginocchiu de bove”, Scandriglia - Orvinio). Le mura
di Rocca Sollana, ospitavano antiche capanne costruite per sfuggire ai
Saraceni. Cibi . Sagne ( c'è la grande Sagra!),cellèi
( pasta per la stracciatella, una volta raccomandata alle partorienti), frascarelli,maccheroni,
polenta, abbacchio, carni di manzo e maiale, formaggi , pesche, ciliegie, ,funghi
e ortaggi. Carne di ovini, caprini, equini.
Mercato: ogni domenica a Scandriglia-centro; sabato mattina a Ponticelli. Olio
extravergine di oliva in grande mostra e vendita.Dolcetti. Ciambelline al vino e alle mandorle.Visite e traversate. Monte Pellecchia, che ospita
l’aquila reale. Monte Serrapopolo. Monte Pereatti. Monte
Pendente. Cima dei Coppi presso Petra
Demone (o di Ammone), altare a Giove Cacuno, con
antica torre di avvistamento. Centro
visita del Parco Lucretili e sentieri dell’Aquila reale. Terra di antichi tracciati: la Via del Sale- Salaria, da Osteria Nuova e, passando sotto il Monte
Calvo, verso la Tiburtina;Via delle Neve(trasportata
pressata di notte, con i carri);”Ponte” tra i Lucretili e il Terminillo; Via della Transumanza tra L’aquila e
Foggia;la Via Mariana, la Via
Benedettina tra Farfa e Valle dell’Aniene;la Via Francescana. Inoltre le traversate minori: Scandriglia-Monte
Pereatti-Monte Serrapopolo-fontanile di Valle Pecorara. Passionaro- Sorgente
Pescara-Cima dei Coppi- Fontana del Mortale. Sorgente Perscara-Passittu-
Morrette-Valle Funti-Monte Pellecchia. Monte Pendente (Convento San
Salvatore)-resti delle mura- Cima Casarene.Monte Pendente (Convento)-“ginocchiu ‘e bove”-Cascate
dell’Immaginola. Ferratarelle-Rifugio CFS (Colle Linzoli). A chi percorre i sentieri del Parco,
è conferita, a cura del Centro Visita, l’ “AQUILA d’ORO”, da appuntare sulla
giacca a vento! Piante caratteristiche “monumentali”: Quercus Cerris, Quercus pubescens, Ulmus campestris.
Fauna:falco grillaio, una sola
coppia di aquila reale, gheppio , falco pellegrino, beccaccia. E’ bene armarsi…
di macchine fotografiche e binocoli da “birdwatching”.Feste. Festa patronale – Santa Barbara
- il 4 dicembre. Festa “Uomini e cavalli”,
rodeo nostrano: ultimi tre giorni di settembre. Accoglienza. Confessiamo che
ci ha spinto a Scandriglia l’amicizia del Padre francescano Vincenzo Galli,
tiburtino, che abbiamo conosciuto a
Bellegra, poi Assistente Ecclesiastico Scout a Subiaco, Padre Guardiano all’
Ara Pacis a Roma,a Pofi e altrove. L’accoglienza nel
Convento di S. Maria delle Grazie è francescana nel vero senso della parola www.santuariodisantamariadellegrazie,org
;per ottenere l’ospitalità francescana, ad offerta libera,mail: guido.mastrobuono@gmail.com). Bio-agriturismo Santo Paolo Alto , Raggio di Sole e Villa
Arzilla; Ristoranti Il Frantorio , La Fonte e Il Piattello.
Pro Loco – Presidente Bruno Borgia.
Centro visita Parco Lucretili: tel. e fax 0765.878596. Personaggi.
L’imperatore Nerva, che qui possedette una villa rustica; gli antichi Scandrillii; i feudatari Orsini;la poetessa Adelaide
Massimi; gli storici Umberto Massimiani e Sabrina Aloisi; l’ultracentenaria Assunta de’ Purgatorio e i bravi butteri scandrigliesi, in grado di
confrontarsi con i migliori cow-boy. Come
si arriva a Scandriglia.Da Fiano Romano e la Salaria. Da Palombara Sabina e
Borgo Quinzio.
La
ricetta indimenticabile. “Sagne scandrigliesi”: specialità
fettuccine di pasta all’uovo, al ragù di manzo o cinghiale e pancetta. Servire
in ciotole di terracotta. Sagra 21 agosto-”Logo”:
forchetta con fettuccine arrotolate in forma di “lazo da rodèo”.