ROVIANO

Duemila anni fa nasceva a Betlemme un Uomo avvolto in un panno rosso!”. Così incominciava certi suoi comizi socialisti Telemaco Marchionne, Sindaco di Roviano, Consigliere Provinciale e ardente oratore, attivo fino agli anni ’60. E’ uno dei caratteri della storia Rovianesi: fedeltà alle tradizioni cristiane e alla “coscienza operaia”, che si sovrappose alla civiltà di contadini-allevatori e artigiani. La vicenda operaia è legata ai grandi lavori di scavo delle gallerie della Ferrovia Roma - Pescara, nel tratto rovianese.Terminati i lavori, quegli improvvisati minatori si trasformarono in ottimi carpentieri e raggiunsero gli altri Comuni e Roma. Di qui un cambio di mentalità.

 Roviano testimonia il ricordo di queste trasformazioni nelle sue chiese e Confraternite, nel Castello Brancaccio- che ospita il grande MUSEO DELLA CIVILTA’ CONTADINA DELLA VALLE DELL’ANIENE-, nelle molte associazioni e per l’antica e fiera “Casa del Popolo” ( ora sentita malinconicamente come semplice sede del PD)!

Museo: significa che la civiltà contadina è scomparsa. Il “segreto” di Roviano è di essere  stato via di scambio tra Tivoli e Subiaco, verso Riofreddo e l’Abruzzo, lungo la primitiva via Valeria.Questa  vivacità permane ancor oggi.  E con le persone si sono mosse e  viaggiano le idee.                                                                                                         Roviano

È un paese che muore

Malgrado la vita...

Eppure io l’amo

Questa terra nemica!”.                                                                                                         Così piangeva lo studioso e storico locale Artemio Tacchia, che però mostra di non voler credere al declino del suo paese...

La fiducia nel presente e nel futuro dei millecinquecento  rovianesi risulta più evidente- nonostante tutto- se seguiamo i ragionamenti della Dott.ssa Claudia Cappelli, neo-laureata in Beni Culturali.

Roviano è stata da sempre in bilico tra Subiaco e Tivoli. Con i suoi 523 metri s.l.m., sulla sponda destra dell’Aniene lungo il Monte Sant’Elia,  domina la vallata. Dall’Autostrada Roma-L’Aquila, sopra l’abitato, si gode un panorama unico per bellezza. Il giornalista sportivo Ennio Mantella scriveva che da Roviano la Valle dell’Aniene “ si presenta tenera come la gola di un uccellino”. Nel Medioevo Roviano ha avuto la croce e delizia di vari feudatari - Ottaviani, Colonna, Barberini, Massimo e Brancaccio- che, mediante il progressivo “incastellamento”, portarono all’attuale imponente e ben restaurato Palazzo baronale Brancaccio.

Da visitare, le Chiese di S. Giovanni  Battista Decollato, della Madonna del Rosario, ruderi del romitorio di Santa Maria dell’Oliva , S. Fortunato martire. E inoltre l’antica fontana detta “Pischèra”. Il centro storico è conservato, col suo stile sobrio. Ed è attrezzato con ottime tabelle turistiche. Si apre con la bellissima Porta Scaramuccia, che allude a uno scontro con gli arsolani – eterni antagonisti – nel 1570. Arsoli, vicina, è tradizionalmente mal vista, ma Altafulla, lontana, in Spagna, è felicemente gemellata!Ottimi scorci, bei portali con insegne di antichi “festaroli”, piazzette che invitano alla sosta e alla conversazione.

I resti di mura poligonali testimoniano un passato assai remoto. Come significativi sono i resti del Ponte Scotonico - di epoca romana - e le rovine di Rovianello-Castrum Rubianelli”, a un chilometro dal paese.

Per chi vuole approfondire: libri di Barba, E. Marchionne, Don Bartolomeo Sebastiani, Palmieri, Verzulli, di Fazio. Segnaliamo soprattutto libri e articoli del già ricordato Artemio Tacchia, brillante insegnante, vice-direttore della Rivista “Aequa”, da sempre protagonista della vita culturale di Roviano e dell’Alto Aniene. Nel tempo, insieme con altri studiosi, sta pubblicando, con competenza e rigore, tutto, su ogni aspetto notevole del territorio.

Nella divisione intercomunale delle strutture museali e culturali del Consorzio Medaniene, a Roviano è toccato di ospitare IL MUSEO DELLA CIVILTA’ CONTADINA. Merita assi più che una visita di sfuggita: è fonte di cultura per visitatori, studenti, cultori di demo-etno-antropologia , e raccoglie, con la sapienza dell’ultimo tocco della specialista Paola Elisabetta Simeoni, le testimonianze della cultura materiale nelle sezioni:

il territorio e il castello,la religiosità, i lavoratori di galleria, i saperi artigiani, i canestri, la pastorizia, lo scambio e il trasporto,  l’allevamento, la lavorazione della terra, la scopa di saggina, olivicoltura e viticoltura, il mondo domestico, la canapa e i tessuti, l’infanzia, i giochi, la scuola, la galleria( ricostruita in miniatura), con due ottimi video sulla lavorazione dei vimini e sulla tosatura, mungitura e preparazione della ricotta di pecora. Con un’area didattica, per gli studenti che volessero fare rilievi, copie, fotografie, lavoretti.

Per le visite al Museo: tel. 0774.903143, fax 0774. 903008. Giorni di apertura: mercoledì, sabato, domenica e festivi. Visite guidate per gruppi e scolaresche.

La cucina tipica è caratterizzata dai “cuzzi” - pasta di grano e granturco, con sugo di pomodoro, aglio, olio e peperoncino-, la “ramiccia”, spaghetti sottili di acqua e farina con molte uova, “ ju salavaticu”, frittelle con foglioline di mentuccia romana.

I dolci tipici sono i “pizzicotti” con le mandorle, le “ciammelle incacchiate” da regalare nei matrimoni, i biscotti “’mbriacuni”, col vino.

Si mangia: “Alla taverna di Ettore”, “La vecchia macina” ; “Da Ciccozzo”, Pub “Il quadrifoglio”; pasticceria “Il paradiso”. Dallo “Scopettaro” sulla Tiburtina – che è anche pensione - ottima “pajata”.

Le feste e manifestazioni. Il martedì mattina: mercatino; in agosto: Sagre dei “cuzzi” e “salavaticu”; il 15 agosto, processione e Inchinata; ultima settimana di agosto: Tributo Musicale Estivo (dedicato a un cantante in voga); 29 agosto:” panarda” di pasta e fagioli offerta dalla Confraternita di S. Giovanni; seconda domenica di settembre: SS. Nome di Maria; secondo lunedì di settembre: S. Fortunato Martire ; prima domenica di ottobre: Madonna del Rosario.

Percorsi e passeggiate:”Del monte”, verso i confini con Cineto Romano e i ruderi di Rovianello; “Ponte Scotonico”, incontrando le mura poligonali, il Ponte e i ruderi dell’oratorio di S.Maria dell’Oliva. Le specialità naturalistiche sono le poiane, gli istrici, gli aironi cinerini, oltre alle trote nell’Aniene (la cui pesca si apre l’ultima domenica di febbraio).

 Giochi tradizionali: la “ruzzica” e “ju ziralu”. Un passatempo diffuso è il Fantacalcio, tornei calcistici, a tavolino, tra il serio e il faceto.

Un’espressione recente di religiosità - e di dinamismo della comunicazione- è stata la Radio Rete Blu creata a Roviano negli anni ’80 dall’allora Parroco Don Mario Pieracci , divenuta poi la TV cattolica Rete Blu Lazio.

Le Associazioni funzionanti sono: Gens Rubria (coro polifonico); “Raggio Verde” (cinema); “Comunità Giovanile di Roviano” (“tributo musicale” e altre iniziative); la Pro-Loco; i Boy scout.

 E il Gruppo della”Marzella”. Quest’ultima manifestazione merita un cenno più ampio. E’ una sorta di rappresentazione di sapore “priapesco”,- una goliardata satirica-, re-inventata da comparsate più antiche, con tanto di “stennardinu”, “Fra Marzella”, la pupazza “Sor Camilla”, “A ciammella”. Per invitare alla Festa della Marzella si cantava: “Pe’ ssari paesi se ‘nne parla; della festa ‘e la Marzella. La gente se cumincia a ‘’nguriosine...A Ruvianu vurìa vinine”.

Chi vuole conoscere la Valle dell’Aniene, deve visitare  Roviano. Ci tornerà! Raggiungerla è facile:Via Tiburtuna ; autostrada Roma- L’Aquila fino a casello di Mandela poi, per 10 km verso Subiaco; ferrovia Roma-Pescara: stazione in paese; Autobus Cotral da Ponte Mammolo fino a bivio di Roviano-Anticoli, poi 2 km con il bus navetta.

G.C.