INVITO A...
Riofreddo
“Ortre che ciài un bellissimo castello
che
je fa onore a chi l’à costruvito,
de
la provincia nostra sei er modello,
pe
quanto sei carino e sei pulito”.
E’ l’incipit di una poesia di Antonio
Sebastiani.
In romanesco? Vedremo poi
perché.
Tutto ha inizio dal ruscello Rio, che separa i Monti Simbruini dai
Lucretili, ai confini abruzzesi dell’antico Regno di Napoli .
“Freddo”, perché i corsi d’acqua
sono freddi per definizione.( Il Simbrivio, sotto Vallepietra, fin dall’antichità è detto “gelido”).
Qui le stagioni non registrano affatto eccessi di caldo o di freddo. Che il
paese fosse fin dall’800 la villeggiatura di grandi famiglie e di personalità
-nientemeno gli eredi diretti di Giuseppe Garibaldi e il musicista Gaetano Donizzetti- la dice lunga sulla amenità
del luogo.
Oggi il paese è solido, con
Riofreddani che lavorano nella Piana del Cavaliere, nella vicina Marsica - e a
Roma; ma puntano anche sulle tradizioni artigianali e turistiche: piccolo e bello.
Gli anziani vi salutano
allegramente ripetendovi che “Riufrìu è
nu cacchiu de Roma”, cioè un “getto” del grande
albero dell’Urbe, “nu rècacciu”, un
rametto, proprio come dicono di sé Nîmes e altre cittadine nella cerchia del
Mediterraneo.
Ci sono, infatti: leggenda e
storia, un castello, tre musei inseriti uno nell’altro nel Museo delle Culture in dialogo tra loro, una dotazione di belle
case, ristoranti, aria e acqua di altissima qualità. E poi un primato fra le popolazioni discendenti dagli Equi. Qui
ha sede la qualificata Rivista di storia, cultura e tradizioni Aequa.
La leggenda parla di tesori
nascosti in tre mitiche buche
da Pipino dei re
Franchi, attorno a Colle Roberto e in
Contrada Gelera. La cosa è tanto
verosimile quanto quest’altra:
“Al
tempo che regnava Re Pipino
le
tartarughe annavano alla guera;
il
rospo lo faceva il tamburino
e
la ranocchia portava la bandiera!”.
E poi le solite famigerate
streghe volavano urlando di notte :” Sotto acqua e sopre
vénto:repòrtame alla noce di Bonivento”. Diciamolo chiaramente.I tesori nascosti e le streghe sono molto diffusi. E indicano che da
sempre le popolazioni vogliono sognare e inoltre temono - senza ammetterlo – le
donne troppo intelligenti e intraprendenti, bollandole di stregoneria.
Sono storici l’insediamento
degli Equi e la loro resistenza contro l’espansione romana verso l’Abruzzo e
l’Adriatico. Qui è custodita una spada
con fodero, databile tra il VI e il V secolo a.C.,
prezioso cimelio, vero simbolo degli Equi. L’epoca romana è ricca di testimonianze:
il ponte “Scotonico”, i cippi
miliari, gli altari sacrificali. Quindi venne la
supremazia dei monaci basiliani, poi benedettini, delle Famiglie Colonna,
Orsini, Caffarelli, Del Drago e Pelagallo.
In vari periodi storici Rifreddo si è amministrata in autonomia , con
Tribunale proprio e funzioni da Capoluogo di Cantone. I paesi intorno sono: Vallinfreda, Arsoli, Roviano, Cineto Romano, Cervara
di Roma, Camerata Nuova, Oricola, Pereto, Carsoli, Rocca di Botte e Vivaro
Romano. Oggi la linea ferroviaria Roma - Pescara tocca Roviano,
Arsoli, Oricola e Carsoli.
Le tradizioni popolari sono
documentate e, almeno in parte, ”viventi”: gli
zampognari della Mezzanotte di
Natale; la processione della Madonna
dei Fiorentini; gli artigiani eredi degli antichi bastai,
mugnai, sarti e calzolai.
Lo sport per i giovani è il
calcio e per gli adulti il gioco delle bocce: entrambi a
un buon livello di impianti e di “valori in campo”.
La musica ha trovato un cultore
- organizzatore nel Prof. Luciano Rosati,
Riofreddano di elezione. Ogni anno si svolgono due
corsi qualificatissimi di musica classica. Venti musicisti, dal 17 al 27
luglio, seguono corsi e tengono concerti di pianoforte, violino e clarinetto,
creando un movimento - anche turistico - eccezionale. Il genio di Gaetano
Donizetti, che qui aveva casa, sarà lieto. Anche perché
alcuni giovani si affermano nei Conservatori e ne diventano docenti di valore.
La musica popolare antica
e nuova trova in Luca Verzulli, un professore-cantore-animatore
molto amato e seguìto.
Da visitare con cura: il
Castello del IX secolo,
I Garibaldi sono
un retaggio fondamentale per Riofreddo. Qui abitarono e operarono il figlio
dell’Eroe dei due Mondi Ricciotti , con i suoi figli ed eredi fino all’attuale dott.ssa Annita Garibaldi Jallet,
che vive qui e opera nel settore storico
e culturale, avendo donato al Comune parte della Residenza di famiglia.
Musa ispiratrice di bontà e di opere fu Costanza
Garibaldi Hopcraft - moglie inglese di Ricciotti- che aiutava tutti,
confortava e curava i poveri, fondava scuole femminili e maschili. Di lei si
parla nel Museo delle Culture –fonte
di cultura viva, che da solo merita una visita –
diviso com’è in tre settori
intercomunicanti: storico, demo-etno-antropologico, garibaldino. I “pezzi forti” sono la già citata spada degli Equi; i
“reperti” sulla vita quotidiana a Riofreddo fino ai primi del
‘900, con arcaici strumenti del lavoro agricolo; i cimeli garibaldini (divise, armi, lettere e illustrazioni di
dotazione della Famiglia).
Chi ama le sagre venga a
Riofreddo per il Carnevale “de na vota”;
la processione del Venerdi Santo; il festival dei
fisarmonicisti (in aprile); la festa patronale di Santa Maria dei Fiorentini ( prima
domenica di settembre);
La gastronomia è invitante: sagnozzi, “nociata”, polenta e zuppa di farro e di fagioli, cacciagione,
funghi e tartufi, gnocchi.
Per pianificare le visite di
scolaresche e di privati turisti: Pro Loco e Comune ; Società Riofreddana di Storia Arte e
Cultura c/o Biblioteca Comunale , Istituto di Studi Garibaldini, Fondazione
Sante e Beatrice Garibaldi: tel.0774.99716.
L’albergo “Villa Celeste”: tel.
0774.99749.
Il carattere dei Riofreddani?
Tutt’altro che freddo!
“Non ti ricordi, bella, alle Fossata,
quando la giacca mia ti fu lettiera?”