Pia dei Tolomei (XIII secolo)
fu, secondo una tradizione legata agli antichi commentatori della Divina
Commedia che identificarono in lei
Essa enuncia gentilmente e brevemente al pellegrino il luogo in cui nacque, Siena, e in cui fu
uccisa, la Maremma.
Allude attraverso una perifrasi al suo assassino: il marito. Essa assume un
tono recriminatorio verso il suo uccisore, sembra infastidita dal fatto che
prima egli la prese come sposa e successivamente la
uccise. L'atteggiamento della donna nel raccontare la propria storia a Dante è
distaccato e freddo, come a sottolineare il suo
completo distacco dalla vita e dal mondo terreno; è l'unica anima nel canto,
tuttavia, dalla quale traspare un velo di cortesia, chiedendogli di farle il
favore di ricordarla in terra solo dopo essersi riposato dal lungo viaggio.
Dopo infatti il tumultuoso crescendo del racconto
dell'anima precedente, Bonconte da Montefeltro, il canto si chiude con il tono elegiaco e
malinconico dell'appello di Pia.
Quel ricorditi di me... così
struggente è diventato uno dei versi più famosi del poema
(anche se non è l'unica anima a formulare tale richiesta) ed è permeato
di lieve dolcezza femminile, sottolineato dalla familiarità di farsi chiamare
con l'articolo determinativo davanti al nome (
Nonostante ciò, questo non basta a spiegare la celebrità di questo passo,
che è dovuta soprattutto all'alone di mistero che
circonda questa figura. L'identificazione con Pia de' Tolomei
è ormai universalmente accettata, anche se in fondo non è mai stata documentata
da vere prove. I commentatori antichi del poema la indicarono subito come una
donna della famiglia dei Tolomei di Siena.
Essa sarebbe stata sposata a Nello Pannocchieschi, del quale si sa che fu podestà
di Volterra
e Lucca, capitano
della taglia guelfa nel 1284
e vissuto almeno fino al 1322. È documentato il suo secondo matrimonio, come vedovo, con Margherita
Aldobrandeschi contessa di Soana
e Pitigliano, e in questo vuoto (gli archivi tacciono su
chi fosse stata la prima moglie di Nello) fu inserita
la figura di Pia de' Tolomei.
Nello infatti possedeva il Castel di Pietra in Maremma, dove nel
1297 egli avrebbe
assassinato la donna gettandola da una finestra, forse per la scoperta della
sua infedeltà, forse per liberarsi di lei desiderando il nuovo matrimonio.
Secondo altri commentatori antichi potrebbe essere stata uccisa perché avrebbe commesso qualche fallo (tesi di Jacopo
della Lana, l'Ottimo e Francesco
da Buti), o, secondo altri ancora (quali
Benvenuto e l'anonimo fiorentino del XIV secolo), per uno scatto di gelosia.