Invito
a…
PALOMBARA SABINA
di
Giuseppe e Paola Cicolini
“Palombara tonna tonna:chi se ne va presto
ritorna”.Ma perché se ne
dovrebbero andare? Piuttosto dovrebbero venire… turisti e appassionati di
archeologia e storia, di cucina tradizionale e costumi popolari, di itinerari
religiosi e, inoltre, naturalisti e cinefili. Gli studenti trovano qui una “Università invisibile” da rendere
visibile: ci sono , più che altrove, nella natura e
nei monumenti, tutte le discipline
che si studiano a scuola! Palombara. Tanto di cappello, per la forza e varietà
delle attrattive di questa piccola città! Le
definizioni più suggestive: Città ”dell’olio
e delle ciliegie”, “ del più grande
dei piccoli festival cinematografici”, “del maggiore castello del Lazio”… Da lontano l’abitato di presenta come un
grande cono regolare, sormontato dall’imponente Castello Savelli, con la torre svettante che pare una meridiana
puntata verso il cielo. E poi quel bel Tricolore, lassù… Il centro storico. Entrando nell’abitato, la strada sale dolcemente
a spirale, con grandi terrazze per ammirare in pace il panorama tra le Valli del
Tevere e dell’Aniene, all’inizio della Sabina
Romana,verso Tivoli, Moricone, Nerola, Castel Chiodato
di Mentana, Monteflavio, Montorio,
Sant’Angelo Romano e Montecelio. Dalla Piazza Cesare Battisti si può
puntare decisamente verso il Castello
Savelli –una restaurata cittadella tutta valorizzata -; quindi ammirare le
porte, i “passaggi coperti” e i vicoli. Da
non perdere: ovviamente, il
Castello Savelli, i ruderi del “Castiglione”,
e l’Abbazia di S. Giovanni in Argentella,
a due chilometri dal centro storico, sulla Via Palombarese. E inoltre le chiese
di S. Biagio, S. Maria del Gonfalone, Convento di S. Francesco. D’estate, le Terme di Cretone.Le origini.
In origine fu forse Cameria o Regillum . Il nome “Palombara”
pare derivi dalle colombe che qui abbondavano. I primi abitatori in epoca
arcaica hanno lasciato tracce fossili dell’”Uomo
di Cretone”, con frammenti ceramici dell’età del bronzo, e anche nel centro
arcaico di Valle della Neve. Segue l’epoca sabina. In epoca “sabino-romana”: la Tomba di Cecilia Gemella e
la sontuosa villa, i cui scavi sono ancora in corso in località “Formello”, che ha già “restituito” due statue: l’Eirene,
la Pace, ( copia
in marmo dall’ateniese Kephisodotos), testa del dio
Zeus e una “Testa di Socrate” rinvenuti in un giardino-esedra, accanto a un
tempietto. Altri resti: la statua di Artemide Amazzonica, il
sepolcreto ai Tre Colli;le stipe votive accanto alla “villa rustica” di “Formello”
e nella valle del torrente Fiora. Tutto
questo è esposto con sapienza storica, garantita dall’archeologo Zaccaria Mari,
nel Museo Territoriale della Sabina
all’interno del Castello Savelli.(Castello e Museo sono aperti al pubblico
ogni domenica. Tel. O774.636462; 636427
e nel chiosco del P.I.T. -Punto Informazioni Turistiche e alla
Pro Loco) . Il medioevo vide lo sviluppo del governo feudale degli eredi
del longobardo Alberico, poi degli Ottaviani e dei Savelli. Il castello fu testimone -
tra l’altro, dell’arresto di un antipapa e del soggiorno di Benvenuto Cellini
nel 1532. Qui scrisse il suo testamento Papa Onorio IV. Palombara si sviluppò
nell’attuale assetto urbanistico, civile e culturale fino a diventare oggi una
bella meta turistica, “conoscitiva” e gastronomica. Oltre la storia: i Templari.
Qui sarebbero passati i Longobardi, Alarico e Federico Barbarossa. E inoltre S.
Bernardo da Chiaravalle- raffigurato in un affresco nell’Abbazia
dell’Argentella - che scrisse le regole per la condotta dei Templari, il famoso “Ordine del Tempio”.
Nell’Abbazia di S. Giovanni in Argentella (così chiamata per una sorgente di
acqua “argentina” che sarebbe scaturita da un antico sarcofago), l’ultimo dei
Templari, Gualtiero da Napoli, subì
l’ultimo processo, con condanna a morte, poi eseguita in Francia. Scagliò una
terribile invettiva contro chi aveva sciolto il glorioso e potente Ordine
cavalleresco: Filippo il Bello, re di Francia( che
ricattò il Papa Clemente V, inducendolo alla bolla di scomunica
dell’Ordine). Il fatto notevole è che
ancora oggi i Templari – ricostituiti in Ordine cavalleresco approvato dalla Chiesa con tanto
di Gran Maestro -
si riuniscono ogni anno nell’Abbazia per sante Messe, riti e cerimonie
“templari”. La loro divisa: mantello bianco con croce rossa sul petto.
Abbazia di S. Giovanni in Argentella. Oggi è retta dalla Fraternità
ecumenica dei Santi Nicola e Sergio. E’ aperta ai visitatori il sabato
pomeriggio e la domenica. Fu fondata dai monaci basiliani greci; divenne poi un
oratorio benedettino, passando ai Guglielminiti,
a una “commenda” papale e ai
Silvestrini. La campana fu tra le prime fuse, dopo che Paolino da Nola
introdusse le “campane” (dal nome della regione) in Occidente. L’interno della
chiesa è a tre navate, con un prezioso baldacchino e una iconostasi
dedicata alla Madonna. La storia di “Palombella”
(1842-1861)E’ storia vera, una grande tragedia di romantico e struggente amore e morte. Si chiamava Barbara Pasquarelli. Giovanisima, era stata mandata a Roma per lavorare
e incontrò lo scultore francese Jean Baptiste Carpeaux. Ne divenne modella e “amata”.
Ma lo scultore era povero; il padre della ragazza la mondò a forza sposa a un
ricco. A diciannove anni morì di parto, mentre la sua creatura le sopravvisse per poco. Prima di morire chiamò il suo amatissimo pittore e
gli affidò la figlia. Carpeaux continuò a sognare e a scolpire la sua
“Palombella”, divenuta icona dell’idea della Francia e della bellezza. Un busto
della “Palombella” è ora un monumento in mezzo ad un’altana di Palombara. Le
donne visitatrici non possono trattenere qualche lacrima quando ascoltano la
triste storia di Palombella e Carpeaux. Il festival cinematografico “Cinema
Nuovo Teatro Palombara Sabina”-Festival delle Cerase” .
Fu ideato da Franco Luttazi, che
gestisce il Cinema, il Festival (con l’Associazione Culturale “ Il Laboratorio”)
e scorrazza per Palombara con un taxi originale londinese. Per avere un’idea di
questo Festival - Il più piccolo del
mondo e il più antico d’Europa - basti dire che nel tempo ha premiato
attori, registi e personaggi dello spettacolo come Verdone, Pupi Avati, Leo
Gullotta, Armando Trovajoli ,
Ettore Scola... La filmografia, tutta italiana , finora presentata è enorme e
rappresenta un importante fatto culturale, di cinema e di costume. Ogni anno a
maggio, con le ciliegie, per una settimana, Palombara è una capitale del migliore
cinema italiano. Antesignano di tutto questo era il Cinema “Il Cavallino bianco”, ora sede del centro anziani.Oasi naturalistica: museo e “Olivone”.All’interno del Parco dei Lucretili è presente un’oasi
naturalistica. Sta per essere riordinato con nuovi criteri espositivi, più
“didattici”, il museo di storia naturale. L’”Olivone” è un piantone di olivo
ultramillenario; con altri “patriarchi”, è un simbolo di Palombara. Associazioni. Sono moltissime. Le più
importanti: “Amici del Castello; del Jazz
e del Parco, Antica Cameria, Comitato Cretone, “E femmone ‘e Palombara”, La Palombella, La Rosa dei Nirb – escursioni,
“Pe chi n’ha che fa” –teatro vernacolo, Raffaella D’Angelo-assistenza disabili” .Feste e Sagre- Itinerari turistici. S.
Antonio Abate; festa patronale di S. Biagio, con festarolo e statuetta; Rassegna nazionale dell’olio extravergine
della Sabina”; Processione del Venerdì Santo (Confraternite dei Bianchi e della Buona
Morte- dediti all’opera di misericordia, incappucciati e con camice nero ,tipico
di chi vuol fare il bene in umiltà, senza essere riconosciuto); Sagra delle Cerase e Festival del Cinema
italiano”; Processione del Corpus Domini; “Sagra della persica”; S. Giovanni Battista (S. Messa, falò e lumini
all’Argentella); “Festa della Madonna
della Neve”;Concerto di Natale e Presepe vivente. Ogni ultima domenica del mese
gli Amici del Parco organizzano un
mercatino di prodotti tipici locali. Gli
itinerari in partenza da Palombara toccano castelli e rocche, arte, fede e storia, monti, parchi e colline. Basta volersi
muovere!I percorsi naturalistici: verso il Monte Gennaro (Cima Zappi, m.1271) e
Monte Pellecchia. La vegetazione è quella tipica dell’area “mediterranea -
balcanica e continentale”, con agrifoglio e orchidee. La fauna: istrice,
cinghiale, volpe, martora, faina e donnola. Tra gli uccelli: la poiana, e l’aquila
reale ( sul Monte Pellecchia). La cucina
e i ristoranti. Le “Cuoche sabine” hanno la sapienza del
gusto tradizionale, con i loro piatti: ”E
ciummache co’ o sugu”, “A potenta co’ e ciummache”, “E ciummache ‘n bianco”, “O
pannamullu co’ e ciuammache”, “ O panammullu co’ l’ova e le cipolle”, “E sagne
a pézzi”, “U pangiallo”, “ I frascarelli”, “U polentò”, “ I
gnocchitti”, “ E sagne ‘na spianatora”, “ A frittata co’patate e le cipolle”, “
A pizza fritta”.Dove assaporare questi e altri piatti: Ristoranti “ Il paiolo”, “Quattrocento”, l’Angoletto”,
l’Albero custode “, La
Sabina Romana, “ L’uliveto”, “La mandrakata” , “Anna Maria”, “La taverna” ,”Dei cacciatori”, “La tana
del lupo”, “Villa Serra”, “La locanda sabina”.Grande apprezzamento hanno
le ciliegie” “ravenne” di Palombara. Da quest’anno le primizie di
queste ciliegie saranno recate in dono, come in antico, al Papa. Per il
pernottamento è “in arrivo” una foresteria al Castello con quaranta stanze. Per
ora, vari “Bed & breakfast”. E’
un arrivo anche un trenino turistico con trenta posti. Qualcosa si muove per il
ripristino della cabinovia per Monte Gennaro…L’Assessore alla cultura Com. te Massimo Massimi (cell.3355350203) è un efficace promotore
di iniziative di grande respiro.
Come si
arriva. In auto:Autostrada A24, uscita
Tivoli, quindi Strada Maremmana Inferiore- Via Tiburtina- Via Maremmana-Palombara.In autobus: Cotral: da Ponte Mammolo.