ORVINIO

Il paese delle ginestre”. Qui ville, villini e villeggiatura sono una realtà. Il centro abitato è uno dei cento piccoli paesi più belli e “curati” (in: www.borghitalia.it). C’è tutto quello che fa un bel paese: una posizione “di mezza montagna” (tra Salaria e Tiburtina, Parco dei Lucretili, versante Sud dei Sabatini), un panorama invidiabile, una bella storia, un castello di tutto rispetto, un “borgo nel Borgo”, un impianto urbanistico unico e una realtà di accoglienza turistica di lunga tradizione, connessa all’agricoltura, allevamento e artigianato artistico.

Come vi si arriva: A-24 fino a Vicovaro-Mandela, proseguendo per la Via Licinese per 18 km; A-24 fino a Carsoli, poi per Vivaro e Vallinfreda. Oppure dalla Via Tiburtina e Licinese. Dalla Salaria: Osteria Nuova, proseguendo per Poggio Moiano.

A Orvinio è sempre festa!”: così una canzone tradizionale. Che continua: ”E sono gli orviniesi/ che stanchi del lavoro/ tutti sereni e in coro/ li sentirai cantar”.

Il nome e la storia. Fondata dai mitici Siculi. Il nome attuale deriva dall’ ORVINIUM di Varrone? E il vecchio, “indicibile” nome “Canemorto?” Una curiosità in più: o fu il grido liberatorio del popolo per la morte di un tirannello o la fine fatta dai Saraceni, battuti dai soldati di Carlo Magno, nell’817. Il primo nucleo fu retto dai Benedettini di S. Maria del Piano. I resti della loro Abbazia, ridotti a nobili ruderi, sono raggiungibili, con qualche difficoltà “automobilistica”, a tre chilometri, in basso. Gli Orsini costruirono nel sec. XV il Palazzo signorile chiamato “Granarone”. Poi la scomparsa di due piccoli borghi di Valle Buona e Petra Demone favorì il nuovo aggregato. Subentrano i duchi Muti, che costruirono la Rocca. Nel 1632 il feudo passò ai Borghese, che ristrutturarono il Castello, ora abitato dai discendenti della Famiglia dei marchesi Malvezzi.                                                                                 Tracce di un’antica importanza “mandamentale”: nel tempo ha avuto funzioni di piccolo capoluogo, con Governatore e sede di Governo locale Pontificio. Poi passò dall’appartenenza alla Provincia di Perugia, Roma e  di Rieti.

Arte - Chiese: di S. Maria dei Raccomandati, con dipinti e affreschi del Manenti, ivi sepolto; Chiesa (diruta) di S. Maria del Piano, già dei Benedettini di Farfa, e, come già accennato, raggiungibile meglio a piedi che in auto; S. Giacomo, costruita su disegni del Bernini; S. Nicola di Bari (parrocchiale),  sito e Santuario di Vallebona, a due chilometri.

 Da visitare: porta e portali del Borgo. Il Castello Malvezzi,sorto su un tempio romano dedicato a Minerva,molto rimaneggiato; il Sasso di Pietra Demone, con iscrizione pagana.

 Cultura e Orviniesi celebri. Orvinio conserva, come accennato, gli edifici delle sue antiche funzioni “mandamentali”: Pretura, Archivium, Parrocchia d’importanza notevole. La cultura e i libri hanno sempre avuto cittadinanza. I riferimenti più alti sono alcuni Parroci e insegnanti del passato, ma soprattutto il pittore Vincenzo Manenti, lo scrittore Virgilio Brocchi e l’incisore Girolamo Frezza.

Il Manenti - del ‘600-, fu insigne e “prolifico” pittore. Operò con sue opere originali a Narni, Norcia, Terni, Calvi, Subiaco, Tivoli, Trevi, Vicovaro, Mopolino, Montereale, Rieti, Farfa, Mompeo, Monopoli, Toffia. Il Comune gli ha dedicato una mostra il cui “catalogo” dà la misura della sua importanza non solo regionale. Notevole “Mensa di S. Gregorio”, tela “monumentale” nella Sala S. Gregorio in S. Scolastica a Subiaco: il Papa partecipa al pranzo con i suoi poveri e un Angelo appare per approvarlo.

Lo scrittore orviniese Virgilio Brocchi (1876-1961), apprezzato romanziere, tratteggiò sentimenti e situazioni di vita  sociale e sentimentale. La su tetralogia L’Isola Sonante” ebbe largo successo.Girolamo Frezza (1671-1748) fu importante incisore di lastre per la stampa, lavorando a bulino e acquaforte. Ospiti illustri: Carlo Magno (?), nella Valle Muzia;Giuseppe Garibaldi;Trilussa; il poeta e scrittore Aldo Onorati; i “villeggianti” storici: Giasotto, Alinej, D’Alia, Rizzo, Porilli,Montemurri, Grippo, De Castro, Alessi. E vari tiburtini.

Le risorse ambientali: panorama e centro storico, boschi, fauna e flora

Da ogni punto si vede la corona dei paesini; sullo sfondo il Velino e il Gran Sasso. Il centro storico è impreziosito da portali rinascimentali. I boschi sono ben conservati e sono  una riserva di verde. La fauna è caratterizzata dal daino e dal capriolo, allevato nel Parco. E anche dai cavalli della fattoria Malvezzi. La flora è dominata dalle orchidee selvatiche. Il Centro Visita del Parco è a disposizione dei visitatori ed escursionisti (sab., dom. e festivi: 0765.92252).I “Soggiorni di S. Michele”, tre km e mezzo dall’abitato: per 50 giovani e 20 adulti, anche autogestiti, per villeggiatura e” passeggiate” anche verso il M. Pellecchia, Cima Còppi ( Morretta), e Cima Casarene. Sulla Orvinio-Scandriglia si erge il Cerro delle Schiazze, iscritto nel Registro dei Grandi alberi, con i suoi cinque metri di circonferenza.

Tradizioni, chiese e Confraternite: impegno del Vescovo di Tivoli per Orvinio

Le due Confraternite danno vita a due processioni. Quella del Gonfalone, aggregata alla Misericordia di Roma. è detta del “Càmici d’Ammònte” perché fa capo alla Chiesa S.Maria dei Raccomandati. E quella del SS.Sacramento ,detta dei “Càmici d’Abballe”, chiesa di S.Nicola.  Il Vescovo di Tivoli Mons. Mauro Parmeggiani, in visita a Ovinio, è restato colpito dalle molte attrattive e dalle tradizioni religiose tanto da affermare che, nel tempo, stimolerà convegni, ritiri spirituali e altre iniziative diocesane in Orvinio.

Solida struttura dell’accoglienza turistica ( anche case e camere in affitto)

Ristoranti: ” Il tempio dei desideri”, Fratelli F.O. ( “misteriosa sigla” che  sta per Francesca e Ottavio)Bar: Ragazzoni, “Sena Fausto”, Alimentari: Flora, Donati, Macelleria Donati, Menichetti. Forno: Rosina Ranalli.  Agriturismo “Pian dei Colli”, Bed & Breakfast: “Il sorriso dei monti”. “ Addò so’ natu” e “ Souvenir d’antan”; Casa Vacanze “Art Suite”;Rifugio “Gemini”, in loc. Pratarelle.                                                                                                                      Modelli di simpatia, gentilezza e laboriosità. Sono portati ad esempio di stile: Anna Teresa Tani che, a 92 anni, è elegante e gentile.La “castellana” dei  Marchesi Malvezzi detta “L’americana” (perché americana era):  donava  caramelle ai ragazzi e invitava  molte signore del luogo a sorbire una cioccolata al Castello.  Degni di ammirazione sono anche i geniali artigiani-artisti Luigi Taddei (ferro), Severino Ranalli, e Filippo Fabri (legno);  i marchesini Roberto e Carlo, per la cortesia; e Flora, con il suo stendardino, animatrice di pellegrinaggi. E anche le due “prime donne” nel Consiglio Comunale; Giovanna Sbrocchi e  Paola Rosa Tani.  Oltre alla Protezione Civile, presidiano la vita locale e l’accoglienza: la “Pro-loco” (tel.347.6526455), la FondazioneVertical” (sanità), l’Associazione “La lokomotiva” (operazione allo sviluppo) e “Orvinium” (cultura ambientale).

Feste e sagre. S. Nicola di Bari, Patrono, festeggiato l’ultima domenica di Agosto. Processioni di S. Antonio e del Corpus Domini. D’estate, spettacoli e musica nell’antico  pagliaio degli “Stramari”.

Piatti e dolcetti. Prodotti agricoli tipici sono la patata, il miele e il farro. I piatti sono: polenta e polentone, “Cecamariti”, “padellaccia”, sagne di farro con sugo all’aglione”, “Ju pizzigliu, pizza-pane agliu còppo, pizza bianca e lévata, biscottoni e tozzetti, cicoria di campo.

Il meteorite: scienza e voci popolari.Un importante meteorite (Chondrite H6 brecciata nera -“Orvinite”) cadde nei pressi dell’abitato il 31 agosto 1872. Fu un evento terribile, che spaventò, con il fuoco e il rombo, i pastori orviniesi e gli abitanti di tutti i paesi intorno, fino a Rocca Priora, Affile, Velletri, Albano, Grottaferrata, Zagarolo e Frascati. . Con frammenti schizzati a Genazzano, Pozzaglia, Ciciliano, Gerano.Oggi “campioni” di quel meteorite sono esposti  nei musei di Berlino, Budapest, Londra. Il popolo crede  ancora che, se si va nel luogo della caduta del meteorite nell’anniversario,il 31 agosto,  appunto, alle 5,15 del mattino, si possono ancora sentire le grida di quei pastori .Chi vuole provare? Quanto meno si godrà un’aurora e un’alba indimenticabili, a 840 metri!                                                                                                     Augurio. Orvinio vivrà con fiducia nel XXI secolo, appena ci sarà un passo avanti nella produzione e vendita di carne bovina, cavalli, lavori artistici in ferro e in legno…. Il turismo è già una realtà in movimento. Cioè un po’di lavoro in più. La famiglia dei Marchesi Malvezzi-Campeggi, ancora una volta, deve dare un segnale, valorizzando il Castello e incrementando le attività della loro fattoria. E poi, tutto il resto!