MARANO EQUO
“Salve,
Marano degli Equi!
T’ergi su un colle,
cittadella antica,
dagli archi e dalle torri dirute,
nel
cuore della valle...”
Così cantava Biagio Maturilli, insegnante-poeta maranese, padre di Paolo, attuale Assessore alla Cultura della Comunità Montana dell’Aniene, che ci guida alla scoperta di Marano Equo.
Quell’ ”EQUO”, fa subito impressione: qui erano insediate le popolazioni che si opposero all’espansione romana verso Est, ma poi contribuirono, con i “Feciali”, i sacerdoti preposti alla tutela della pace e alla guerra, alla JUS ROMANUM. “EQUI”, da cui anche il concetto giuridico della “aequitas”: nel simbolo della giustizia pare che un cavalluccio stilizzato sostenesse i due piatti della bilancia.
Chi arriva dalla Via Sublacense provenendo dalla Tiburtina ( che qui diventa Valeria), subito dopo le “Molette” al bivio per Arsoli, trova un ponte sull’Aniene e subito dopo un’area per pic-nic che immette alla strada lungo il fiume fino alle Sorgenti.
Queste sorgenti sono importanti. Innanzi tutto le “prese”
degli antichi acquedotti romani (Acque:
“Augustea”, “ Marcia,
“Claudia”, ora dominio dell’ACEA ) ma anche per
Delle “miracolose acque di Marano”, alla Sorgente “del Bagno”, aperte alla libera disposizione di tutti - che infatti vi attingono con bottiglie, damigiane e ghirbe - ogni maranese recita la serie: acque ferruginose, magnesiache, solfuree, diuretiche, alcaline. Sembra una filastrocca, invece è tutto vero!
Com’è vero che nel vicino ristorante “Da Antonia” si possono gustare “frascaregli di grano turco”, “Pizziglie d’erbe e salsiccia”, “fagioli regina, con salsicce e sugo”, “Sagnozzi” e “Sagne con i gamberi dell’Aniene”. Questi fagioli doc hanno meritato lo studio del CNR, che ha qui una coltivazione sperimentale.
Ma saliamo ora verso il centro
storico e la “Rocchetta”,
passando per “
Si domina tutta la valle, che lì si allarga in prati e coltivazioni incorniciate dai boschi, verso Arsoli, Le Falconare”, Cervara, Agosta e Madonna della Pace, Monte Calvo e Monte Livata, sopra Subiaco .
Il centro abitato è compatto, con ristrutturazioni delle antiche abitazioni, che rispettano la tradizione.
Il giovane e dinamico Sindaco
Franco Tozzi ci assicura che il Comune
dà una vera assistenza al turista e al villeggiante (Tel.0774.82013), e così pure
Ogni scorcio è suggestivo e accompagnato da storia e leggende.Tra una stradetta e l’altra ci sono passaggi coperti e stretti chiamati “trabbuchi”, che si ritroverebbero nei “trambouls” di Lione.
I “maranesi” degli inizi sono dell’anno Mille, discendenti, pare, delle truppe francesi che scortavano i Capitani di ventura di turno. Le loro donne sarebbero state “rapite” a Trevi nel Lazio...Poi i Trebani sono diventati amici. Questa leggenda l’abbiamo già sentita...
La storia vede il dominio feudale dei Monaci di Subiaco fino alla Repubblica Romana, di cui Livio Mariani, storico maranese, fu Triunviro . Ma la piena autonomia comunale ci fu con l’unità d’Italia.
Oltre il paese, tra i boschi, si
erge il Santuario della Madonna della
Quercia, sorto sul luogo di un antico miracolo. Il contadino Fausto vide
Lì sorse un
ospedale-lazzaretto, poi vi giunsero i frati e ora c’è la
modernissima Società di Nostra Signora della Santisima
Trinità, le cui suore lavorano con il dichiarato “obiettivo internazionale:tutti i popoli in unione con
Il visitatore di un giorno venga a Marano per la salubrità dell’aria, l’ospitalità dei Maranesi, la manifestazioni culturali tradizionali e le risorse enogastronomiche.
Sulla bontà dell’aria e l’attrattiva naturalistica non c’è alcun dubbio. Così pure sulla pulizia e la cura delle piante e dei vasi di fiori.
Ogni domenica c’è poi una manifestazione degnissima:
-il teatro estivo all’aperto della Compagnia “Le ciàure”;
-i concerti della Banda
“Don Giuseppe del Sole” e della Corale;
-animazioni e giochi umoristici;
-ciambelle con l’anice in ogni occasione festiva, offerte a tutti.
Queste ciambelle sono una sorta di rito del successo:si offrono anche da parte
di chi ha vinto le elezioni locali!
-sagra della bruschetta; Lo sport è il calcio, il calcetto e la pallacanestro in piazza; la pesca alla trota, l’escursionismo montano e il trekking.
La “Festa dei
gemellaggi” con
La gran festa patronale cade il 3 febbraio : S. Biagio - nella cui chiesa è un bel quadro del Manente - con il rito dell’ “unzione della gola” dei fedeli.
Nel pomeriggio c’è il “Lancio del Pallone”, cioè dell’aerostato.
Il 5 Agosto, una suggestiva precessione-pellegrinaggio “aux flambeuaux” accompagna l’immagine della Vergine della Quercia fino al Chiesa di S. Biagio.
Nell’ “Agosto maranese” ogni serata registra un evento, con la
presenza di molti turisti, da un’area che va da tutta
A metà settembre la stessa icona è riaccompagnata al Santuario.
Il villeggiante troverà
con facilità case in affitto- vera ricettività
“diffusa” -, anche per l’estate, con costi da
Il piccolo giro di Marano o la permanenza qui come villeggianti regalano, con semplicità e naturalezza, riposo del corpo e ristoro dello spirito, in sintonia con la migliore tradizione “Aniense”