Invito a…
MARCELLINA
di Giuseppe
Cicolini
“Un
Comune giovane, di appena cento anni”, in un territorio che
registra insediamenti e civiltà antichissime. Marcellina
si presenta come un mantello di case alle falde del Monte Morra (
Il nome. Marcellina è fiera del suo
nome, dal mitico re Marcello, e, più
fondatamente, dalla famiglia romana
dei Marcellini,
di cui ha adottato anche lo stemma: sei
rose d’argento in campo azzurro e l’aquila bicipite.
Solo dal 15 luglio 1909 è Comune
autonomo, indipendente da S. Polo dei Cavalieri.
Da allora la comunità marcellinese si è messa
in moto per acquistare un più preciso sentimento di sé e un suo protagonismo tra i
Comuni vicini. Tra i paesi considerati “amici” c’è Tivoli; con S. Polo resta
una certa curiosa ruggine. In particolare in passato è stato considerato
importante il controllo del passo verso
S. Polo, lungo il quale
sorgevano quattordici chiese. Quel passo permetteva di raggiungere
Cultura e turismo oggi e domani
“Marcellina è la migliore porta d’ingresso al Parco dei Lucretili”.
Giustamente si attende una migliore ricettività
turistica “compatibile” in località “
Da non perdere, in una visita.
S. Maria in Monte Dominici. È chiamata “
chiesa vecchia” (per distinguerla dalla chiesa nuova di Cristo Re, il cui campanile fu elevato tra il 1972 e il
1980, per volontà del Prof. Domenico Giubilei, marcellinese,
apprezzatissimo e Primario dell’Ospedale di Tivoli,
su progetto dell’Ing. Lelio Valeriani).
Il visitatore può ammirare l’esterno e
l’interno di questa chiesa, l’adiacente sito archeologico con i resti della
villa romana su cui è sorta , e giovarsi della
cordiale accoglienza del Parroco Don
Mario.La chiesa racchiude l’icona della Madonna con Bambino, del XII secolo; affreschi di pregio di scuola
“bizantina – romana” (
variante sabina), con scene dell’Antico e Nuovo Testamento, Cristo con angeli adoranti e profeti, Cacciata degli angeli ribelli. Qui avvenne l’apparizione miracolosa
di una Croce che “fiorì a ginestra”. Se
ne conservò il tronco.
Archeologia. Per gli
specialisti e “amatori” : tracce
di utensili per la caccia al Pratone di Monte
Gennaro, Prato Favale, Campitello,
Valle Cavalera, Monte Alucci
e Pizzo di Monte Gennaro ( che alcuni
chiamano Cima Zappi). A Colle Cigliano (l’antica Caenina) e sul
Colle della Turrita c’erano agglomerati di una certa importanza.
Per tutti i visitatori : una rete di ville romane nel complesso terrazzato di Monteverde,
e poi,Scocciasanti, la cisterna di Scarapellata, Fonte S.Maria,
Colle Malasticolo, Casal Faccenna,
Casal Rosso, Grotte di Vici (cisterna romana), Lu Scoppu e Macchia Miccia.Inoltre i Castra Marcellini e Montis Viridis (erroneamente chiamato
Marcellina Vecchia). Una tomba risalente
alla fase terminale del Bronzo Antico fu rinvenuta nel
Passeggiate ed
escursioni: verso Favale e Monte Gennaro, Lu malepassu,
Faggi,
E’ lunghissima, se consideriamo la presenza umana, testimoniata
dall’archeologia. E’ brevissima, se consideriamo il Comune autonomo: dal primo
Commissario Prefettizio Maffani (1912-13) all’attuale
Sindaco Dr. Alfredo Ricci.
Leggende
Si è già detto del Re Marcello,
bello e potente. Tra leggenda e storia si racconta dei briganti delle Grotte di Campitello.
Rubavano, rapinavano i viandanti e poi fuggivano verso Monteflavio...
“peggio che in Aspromonte”. Si dice: “Rubavano
ai ricchi per dare ai poveri”, ma i “poveri” erano loro stessi!
Altra narrazione è quella delle superstizioni. Oltre alle pratiche magico - sacrali per scacciare il malocchio, se ne raccontano di più
gravi. Muore una bambina. La famiglia pensa a una “fattura” e vuole scoprire e punire il fattucchiere. Mette a bollire
gli abiti della ragazza e poi li infilza uno a uno. Molti vicini di casa
credono di udire grida e fischi e accorrono armati, alla ricerca del malfattore.
Ovviamente, nessuna traccia.”Lu tamburraru”
tornava di notte dopo aver portato la
festa, col suo tamburo, ed essersi alquanto sbronzato. Vide un lupo che lo
seguiva. Era un lupo mannaro? Corse,
invocò l’aiuto di un Santo e arrivò appena in tempo… per chiudere la porta di
casa!
Feste
Tra le feste maggiori:Centenario del Comune, “Natale di una volta”, “Un libro per un libro”, “De gustibus…. Olio e non solo”(fiera
campionaria), Festa Patronale di S.
Maria delle Grazie (2^ dom. di settembre), Premio “Ginestra d’Oro”,”Sagra della
ginestra e della coppietta” ( gestita
da I
Butteri – 2^ domenica di maggio).
Che cosa assaporare
e dove
Per i primi piatti:”frascaregli”, di farina bianca e
acqua; strozzapreti; cillitti (spaghettoni
con pasta di pane, sugo o ragù); lasagne, cannelloni e ravioli in molte varietà;
Li stracciavarnelli;
La ventula
(pizza-pane); “Lo pane còtto”; La ponenta.Per i dolci: “ciambelle a cancello”, ciambelletti di magro, crostate con marmellate, pizze sbattute, amaretti e mostaccioli.Ristorazione :”Gaudemus”, “Monti Lucretili”,
“La botticella” , “Excelsior”,”Campanellu”, “L’Archetto”,Macelleria
Gabriella Alessandrini.Molti i bar ,
qui simili a club ( in cui non si beve un caffè in piedi
(come se fossimo cavalli!), ma ci si può
sistemare ai tavoli, conversare, giocare. Siccome non c’è nulla di
equivoco, le signore entrano
e vi si trattengono con le amiche. In America sarebbe impensabile! Una troupe di Taiwan ha filmato un
documentario sulle ciliegie di Marcellina.
Come si arriva
FS: fino a Stazione di Palombara Marcellina;
auto: da Tivoli; autobus
COTRAL: da Ponte Mammolo; da Fiumicino: navetta per Fara Sabina-Pianobello di Montelibretti e, in autobus, a Marcellina.