Invito a…                                                                                                         

 MARCELLINA

 di Giuseppe Cicolini

“Un Comune giovane, di appena cento anni”, in un territorio che registra insediamenti e civiltà antichissime. Marcellina si presenta come un mantello di case alle falde del Monte Morra (1.036 m),  lungo la “bastionata” calcarea che parte dal Monte Gennaro (1.271 m) e si stempera a Sud,  nella cosiddetta “soglia tiburtina”.  Linea di demarcazione tra latini e sabini.

Il nome. Marcellina è fiera del suo nome, dal mitico re Marcello, e, più fondatamente, dalla famiglia romana dei Marcellini, di cui ha adottato anche lo stemma: sei rose d’argento in campo azzurro e l’aquila bicipite.

Solo dal 15 luglio 1909 è Comune autonomo, indipendente da S. Polo dei Cavalieri.

Da allora la comunità marcellinese si è messa in moto per acquistare un più preciso sentimento di sé e un suo  protagonismo tra i Comuni vicini. Tra i paesi considerati “amici” c’è Tivoli; con S. Polo resta una certa curiosa ruggine. In particolare in passato è stato considerato importante il controllo del passo verso S. Polo, lungo il quale sorgevano quattordici chiese. Quel passo permetteva di raggiungere la Valle dell’Aniene scavalcando Tivoli. Marcellina si è dovuta dotare di strutture civili ex novo: grandioso Palazzo comunale, scuole,monumenti, nuove piazze, strade e case (oggi  restaurate o nuove) . La toponomastica stradale rende omaggio  alla storia patria: Vittorio Emanuele, Regina Elena, Principe di Piemonte, Principessa di Piemonte, Col di Lana, Monte Grappa, Via Piave, Via Diaz, Vittorio Veneto.C’è anche un “Parco del Bersagliere” con relativo monumento. Il nucleo storico  é sorto intorno alla Chiesa di S. Maria in Monte Dominici. Nell’800 le abitazioni erano simili a capanne per contadini e allevatori. Oggi si registra un incremento nel numero degli abitanti (da 5.513 nel 1951a 6.894 nel 2.008) e nel decoro delle case. I tipi umani ritratti in vecchie foto sono personaggi poveri, ma austeri e dignitosi: vecchi barbuti con grandi cappelli; signore col corsetto, vizzo di corallo  e conca di rame ; soldati in posa e bambine “marinarette”. Non meraviglia se le feste finivano talvolta con   risse e sbornie…  per annegarvi la fatica della settimana. Oggi i marcellinesi vanno fieri: del nome e stemma del loro Comune;  dei resti d’insediamenti arcaici, “con tracce di civiltà autoctona, più antiche di Roma”;  della mancanza di un  Castello feudale, che, altrove, era destinato sì alla difesa comune, ma anche a intimorire  i “servi del Principe” ; che è stata la gente comune a decidere per la vita della comunità. Gli Annali  del Centenario  sono  nelle delibere firmate dei Commissari Prefettizi, Podestà e Sindaci. Dal  popolo sono emersi alcuni benemeriti: la prima maestra (1898-1918)- pur di origini parmensi- Ida Alessandri (Nonna Ida); il Dott. Domenico Giubilei che, con Don Luca Antonucci, portò a compimento la costruzione della nuova chiesa di Cristo Re; il “Maggiore” Giuseppe Olivieri; il Commissario Enrico Tusa; i Sindaci Palmiro Salvatori e Cesare Placidi . Carla Fracci ha avuto la cittadinanza onoraria. Oggi una marcellinese di origine romena è Consigliere Comunale. Con lei, altri 500 immigrati convivono serenamente. Una nuova élite locale è costituita dai  membri di Associazioni, laureati e imprenditori. Ci è stato  guida il Prof. Eugenio Valeriani.   

                                                                                                                             Cultura e turismo oggi e domani

Marcellina è la migliore porta d’ingresso al Parco dei Lucretili”.

Giustamente si attende una migliore ricettività turistica “compatibile” in località “La Macchia e “Lu Scoppu”-oltre all’attuale Centro Visita-, con fattoria e Orto Botanico.  Le  Associazioni che danno forza, bellezza e cultura alla comunità sono:Pro Loco ( tel.0774.427031),Banda Musicale, Centro Promozione Danza, Corale Polifonica, I Butteri,Carpatica, Geo,Coop. Agricola Marcellina, Gruppo Scout, Confraternita S. Antonio.

Da non perdere, in una visita.

S. Maria in Monte Dominici. È chiamata  “ chiesa vecchia” (per distinguerla dalla chiesa nuova di Cristo Re, il cui campanile fu elevato tra il 1972 e il 1980, per volontà del Prof. Domenico Giubilei, marcellinese, apprezzatissimo e Primario dell’Ospedale di Tivoli, su progetto dell’Ing. Lelio Valeriani).  Il visitatore può ammirare l’esterno e l’interno di questa chiesa, l’adiacente sito archeologico con i resti della villa romana su cui è sorta , e giovarsi della cordiale accoglienza del Parroco Don Mario.La chiesa racchiude l’icona della Madonna con Bambino, del XII secolo; affreschi di pregio di scuola “bizantina – romana”  ( variante sabina), con  scene dell’Antico e Nuovo Testamento, Cristo con angeli adoranti  e profeti, Cacciata degli angeli ribelli. Qui avvenne l’apparizione miracolosa di una Croce che “fiorì a ginestra”. Se ne conservò il tronco.

Archeologia. Per gli specialisti e “amatori” :  tracce  di utensili per la caccia al Pratone di Monte Gennaro, Prato Favale, Campitello, Valle Cavalera, Monte Alucci e Pizzo di Monte Gennaro ( che alcuni chiamano Cima Zappi). A Colle Cigliano (l’antica Caenina) e sul Colle della Turrita c’erano agglomerati di una certa importanza.

Per tutti i visitatori : una rete di ville romane nel  complesso terrazzato di Monteverde, e poi,Scocciasanti, la cisterna di Scarapellata, Fonte S.Maria, Colle Malasticolo, Casal Faccenna, Casal Rosso, Grotte di Vici (cisterna romana), Lu Scoppu e Macchia Miccia.Inoltre i Castra Marcellini e Montis Viridis (erroneamente chiamato Marcellina Vecchia). Una tomba risalente alla fase terminale del Bronzo Antico fu rinvenuta nel 1942 in località Vasoli: conteneva resti umani, frecce litiche, un’alabarda e un’ascia piatta. 

Passeggiate ed escursioni: verso Favale e Monte Gennaro, Lu malepassu, Faggi, La Valle, Stazzu e Fonte.  Tra la flora è tipico  l’agrifoglio. Per la fauna: corvi, palombi, ghiandaie, fagiani, volpi e cinghiali. Una  farfalla, “Phoebis sennae Marcellina”, è registrata con questo nome dagli specialisti .                                                                                                                              La storia

E’ lunghissima, se consideriamo la presenza umana, testimoniata dall’archeologia. E’ brevissima, se consideriamo il Comune autonomo: dal primo Commissario Prefettizio Maffani (1912-13) all’attuale Sindaco Dr. Alfredo Ricci.

Leggende

Si è già detto del Re Marcello, bello e potente. Tra leggenda e storia si racconta dei briganti delle Grotte di Campitello. Rubavano, rapinavano i viandanti e poi fuggivano verso Monteflavio... “peggio che in Aspromonte”. Si dice: “Rubavano ai ricchi per dare ai poveri”, ma i “poveri” erano loro stessi!

Altra narrazione è quella delle superstizioni. Oltre alle pratiche magico - sacrali per scacciare il malocchio, se ne raccontano di più gravi. Muore una bambina. La famiglia pensa a una “fattura” e vuole scoprire e punire il fattucchiere. Mette a bollire gli abiti della ragazza e poi li infilza uno a uno. Molti vicini di casa credono di udire grida e fischi e accorrono armati, alla ricerca del malfattore. Ovviamente, nessuna traccia.Lu tamburraru” tornava di notte dopo aver portato la festa, col suo tamburo, ed essersi alquanto sbronzato. Vide un lupo che lo seguiva. Era un lupo mannaro? Corse, invocò l’aiuto di un Santo e arrivò appena in tempo… per chiudere la porta di casa!                                                                                                                                  Feste

Tra le feste maggiori:Centenario del Comune, “Natale di una volta”, “Un libro per un libro”, “De gustibus…. Olio e non solo(fiera campionaria), Festa  Patronale di S. Maria delle Grazie (2^ dom. di settembre), Premio “Ginestra d’Oro”,”Sagra della ginestra e della coppietta” ( gestita da I Butteri – 2^ domenica di maggio).

Che cosa assaporare e dove

Per i primi piatti:frascaregli”, di farina bianca e acqua; strozzapreti; cillitti (spaghettoni con pasta di pane, sugo o ragù); lasagne, cannelloni e ravioli in molte varietà; Li stracciavarnelli; La ventula (pizza-pane); “Lo pane còtto”; La ponenta.Per i dolci: “ciambelle a cancello”, ciambelletti di magro, crostate con marmellate, pizze sbattute, amaretti e mostaccioli.Ristorazione :Gaudemus”, “Monti Lucretili”,La botticella” ,Excelsior,”Campanellu”,  L’Archetto”,Macelleria Gabriella Alessandrini.Molti i bar , qui simili a  club ( in cui non si beve un caffè in piedi (come se fossimo cavalli!), ma ci si può  sistemare ai tavoli, conversare, giocare. Siccome non c’è nulla di equivoco, le signore  entrano e vi si trattengono con le amiche. In America sarebbe impensabile! Una troupe di Taiwan ha filmato un documentario sulle ciliegie di Marcellina.

Come si arriva

FS: fino a Stazione di Palombara Marcellina; auto: da Tivoli; autobus  COTRAL: da Ponte Mammolo; da Fiumicino: navetta per Fara Sabina-Pianobello di Montelibretti e, in autobus, a Marcellina.