Ogni mese un paese...

 

INVITO A......... MANDELA

Si chiamò Mandela in epoca classica, poi Cantalupo Bardella, e  ora, di nuovo Mandela. In questo mutamento c’è la sintesi della vicenda storica e umana dei mandelesi.Era sorta più in basso, all’antico confine tra le popolazioni degli Equi e dei Sabini (ma in terra Sabina!) e nel limite delle zone d’influenza delle Abbazie di Farfa e di Subiaco. Con uno sguardo e  un destino anche verso Avezzano e l’Abruzzo, e gli interessi e gli scambi verso Tivoli.

Posta lungo la Ferrovia Roma – Pescara, è stato ed è un importante snodo di traffico verso l’alta Valle dell’Aniene (fino al 1933 funzionò la Ferrovia Mandela-Subiaco) e le valli del Giovenzano e del Licenza (Valle Ustica). Il parcheggio di scambio di Mandela è felicemente sufficiente alle necessità di chi lascia l’auto e prosegue in treno (un’ora per Roma; meno di mezz’ora per Tivoli).Di anno in anno di attende un grande sviluppo di questo servizio, mediante una metropolitana di superficie.

E Nelson Mandela, c’entra qualcosa? Certo. A Nelson -come lo chiamano qui – fu conferita a suo tempo la cittadinanza onoraria del Comune di Mandela, per la singolare coincidenza del nome e degli ideali anti- apartheid.

Leggende

Si racconta- anche per spaventare i bambini capricciosi -  degl’ “URSU

PANARU”, una sorta di lupo mannaro ( richiamo a Cantalupo?) cattivello,  che beveva di notte ai fontanili e inseguiva tutti i viandanti, i quali, per liberarsi, dovevano salire di corsa tre scalini...

Le “stroleghe” erano streghe benevole un po’ stravaganti (e un po’ psicologhe), che guardando una persona ne prevedevano il futuro, a pagamento.

Storia

Della Mandela pre-romana restano le mura poligonali e il ricordo di arcaiche capanne e allevamenti. In seguito i vari minuscoli villaggi si unificarono entrando a costituire il territorio della “Massa Mandelana”. Sorsero i due centri  - uniti e separati  -di Bardella e di Cantalupo. Bardella in pratica costituisce il nucleo , con l’enorme Castello dei Marchesi del Gallo di Roccagiovine. Un “ponte levatore” fatto di semplici travi rimovibili e privo di argani ( quindi non il classico ponte levatoio)univa” Bardella a Cantalupo.                                                                                        Dal 1585 si ricorda la “liberazione dai banditi” - e specialmente del bandito Memmo (Domenico) Picone da Pietrademone  - che si erano installati in un castello diruto.Memmo , al solito,fu acciuffato dai gendarmi nei pressi di Percile.

Adesso Bardella - Borgo e Castello (con duecentocinquanta stanze?), con chiesa e la torre di avvistamento - rappresentano la tradizione feudale, il biglietto da visita all’ingresso e - dopo lavori di consolidamento e restauro- possibile centro di sviluppo culturale e turistico. Il che è teorico, stante la perdurante proprietà privata del Castello, ancora in mano ai discendenti dei Roccagiovine.Però qualcosa si muove... e un’intesa pacifica si può sempre trovare!

Il Convento di S. Cosimato - insigne e antichissimo - ebbe il governo del feudo, alternandosi col potere degli Orsini e dei Nunez, fino, appunto, ai Roccagiovine.   Un momento di gloria Mandela lo visse a metà dell’Ottocento, quando Giulia Bonaparte, figlia di Luciano, avendo sposato Alessandro del Gallo, qui risiedette dando vita ad un ”salotto letterario” di gusto e stampo francese. La Bonaparte vi invitava gli artisti impegnati nel Gran Tour. Vi giunse pure Joseph - Ernest Renan, il celebre studioso ereticale delle origini del Cristianesimo, autore di una “Vita di Gesù”.Un Circolo culturale mandelese lo ricorda nel nome.

Oggi si che un centro letterario e artistico, in una sede prestigiosa e facilmente raggiungibile da ogni direzione, darebbe nuova linfa vitale a Mandela!

Per ora i mandelesi sembrano schivi e quasi non osano pensare in grande. S’impegnano mediante l’Associazione Amici di Mandela - presieduta dall’ottimo Filippo Morgante- con serietà e competenza, a conservare, ristampare, rievocare quello che c’è: grandi feste, sagre gastronomiche, la “Panarda”, il ricordo dello scrittore mandelese di adozione Giovanni Pullara, la scultura all’aperto di Marco Boaretto, la corsa dei cavalli con i cavalieri in abiti medievali, altre memorie anche recenti del costume di vita quotidiano, specialmente relative alla “cultura della povertà”.                                                                                                                                    Il Centro storico della vecchia Cantalupo.

Mandela è più bella man mano che si sale verso il colle, dal bivio con la Via Tiburtina, presso S. Cosimato. Chi passa sull’Autostrada o sulla Tiburtina e getta solo uno sguardo, vede solo una cornice di case con una nobile torre. Salendo, le strade della vecchia Cantalupo si presentano strette l’una all’altra per difendere le case dal vento di Nord-Est.

La toponomastica è curiosa. E al solito, fa parte della realtà storica locale: Via dei Baci (perché poco illuminata...); Via della Speranza, Via delle Fortuna (vi si accede al nuovo parcheggio, il che non è piccola fortuna!), Via Rua e Via Ruina, Piazza di Corte e Via del Muro Spallato. Il paesaggio dal punto più alto è incredibilmente ampio di ricco di colli e vegetazione: veramente pittoresco.

Turismo e scambi

Mandela è gemellata con Labastidonne (Francia) e sta stringendo un secondo gemellaggio, questa volta con un paesino spagnolo.

Vale la pena salire a Mandela e visitarla a fondo, impegnandosi anche nelle passeggiate nei dintorni: ai Lagustelli di Percile (due laghetti) verso Castel del Lago e Pian dei Campielli di Raccagiovine. Per incontri e convegni c’è l’Oasi di S. Cosimato (ex Convento francescano e primitivo monastero benedettino).

I Mandelesi sono amici e “compari” degli abitanti di Cineto Romano (l’antica Scarpa) ma sono competitori dei Vicovaresi.Da Mandela, Cineto Romano, nonché Licenza e la Villa di Orazio, sono a portata... di passeggiata.

I ristoranti sono: Pian di Papa, l’Eucalipto, Marco e Sonia, Il Battaglione, e la già indicata Oasi di S. Cosimato.

Per le informazioni turistiche: tel. e fax: 0774.492003.

Il calendario delle feste: il Nome di Maria (8 settembre), S. Rocco,  Patrono S. Nicola. Le sagre: sagra della polenta con cinghiale e della polenta “rencocciata”, festa dell’Olivo, l’antica gara dei solchi di aratro ( da ripristinare!) , le sfilate storiche in costume e la corsa dei cavalli. Un cenno a parte merita la “Panarda”. Può essere una vera abbuffata paradossalmente definita “ di magro”, cioè tipica delle vigilie. Sono variamente combinati- a scelta, per quantità e qualità -: pesce essiccato, legumi (ceci, lenticchie, fagioli, fave), cereali (farro, grano, granturco), contorni (cicoria, cavoli neri, broccoli), frutta secca (fichi secchi, noci, nocciole, mandorle, castagne, uvetta “zibibbo”,  olive nere affumicate, fette di pane “refattu”, zuppa di fagioli e scarola, pancotto con baccalà, zuppa di fagioli, zuppa di bieta e fave, pasto e broccoli in brodo d’arzilla, sagne con baccalà e con gamberi di fiume, tinchette al guazzetto, trote al sugo, baccalà all’uva passa, baccalà con patate, broccoletti, crescione e cicoria di prato, carciofi, fave, fagioli, lenticchie, ceci e cicerchie, frittelle, caciotta o ricotta condita col miele.

 Dolci e dolcetti

Cicerchiata, maritozzi, liquore di alloro, tozzetti, ciambelline al vino e nociata.

CITAZIONI LETTERARIE SU MANDELA

Orazio, Ep. 1-18: “Me quotiens reficit gelidosus Digentia rivus quem Mandela bibit, rugosus frigore pagus”.

Raphael Alberti, “Epistola ad Orazio”: “ Salda, ordinata, Mandela mi saluta con la sua torre pallida”.

Settimia Bernabei, “Poesie”:Mandela, terra delle mie radici, sacra ai ricordi,        terra mamma e amica.....

Stai al passo coi tempi .

Però.... scusa se mi permetto

ti prego non abbandonare il dialetto:

è un patrimonio, una cultura a parte, è una carta di riconoscimento....                                                      

  ” che scia 

binittu chi ‘ncima a nu montarozzu

t’ha piantata”.

Associazione amici di Mandela:” cantilene” “ Sedia, sediola (questo bambino)..... va alla scola

se porta le sediola,

se porta i canestreglio

pjnu pjnu de pizzuteglio,

se n’accorge la maestra

se ju magna tuttu essa.

Piripiribotti

Scarica botti

Batti barile

Piripinterra!

Cronista degli anni ’50: “Scorrono gli anni ’50. Portano i selci  per le strade, l’acqua nelle case, la scuola nuova. La vita per la gente è sempre dura: si viaggia a piedi, scarpinando per la “ Via della Mola”........ L’utilitaria per la maggior parte delle famiglie, rimane l’”asena”!

Scioglilingua: “’Nguvi’  ‘nguco’

‘nguvo’ ‘n’nia’”.

La traduzione? Cercarla sul posto!