Ogni mese un
paese...
INVITO A......... MANDELA
Si chiamò Mandela in epoca
classica, poi Cantalupo Bardella, e ora, di nuovo
Mandela. In questo mutamento c’è la sintesi della vicenda storica e umana dei
mandelesi.Era sorta più in basso, all’antico confine tra
le popolazioni degli Equi e dei Sabini (ma in terra Sabina!) e nel limite delle
zone d’influenza delle Abbazie di Farfa e di Subiaco. Con uno sguardo e un destino anche
verso Avezzano e l’Abruzzo, e gli interessi e gli scambi verso Tivoli.
Posta lungo
E Nelson Mandela, c’entra
qualcosa? Certo. A Nelson -come lo
chiamano qui – fu conferita a suo tempo la cittadinanza
onoraria del Comune di Mandela, per la singolare coincidenza del nome e
degli ideali anti- apartheid.
Leggende
Si racconta- anche per spaventare i bambini capricciosi - degl’ “URSU
PANARU”, una sorta di
lupo mannaro ( richiamo a Cantalupo?) cattivello, che beveva di notte ai fontanili e
inseguiva tutti i viandanti, i quali, per liberarsi, dovevano salire di corsa
tre scalini...
Le “stroleghe” erano streghe benevole un po’ stravaganti (e un po’
psicologhe), che guardando una persona ne prevedevano il futuro, a pagamento.
Storia
Della Mandela pre-romana restano le mura poligonali e il ricordo di
arcaiche capanne e allevamenti. In seguito i vari minuscoli villaggi si unificarono
entrando a costituire il territorio della “Massa
Mandelana”. Sorsero i due centri - uniti
e separati -di Bardella e di Cantalupo.
Bardella in pratica costituisce il nucleo , con l’enorme
Castello dei Marchesi del Gallo di Roccagiovine.
Un “ponte
levatore” fatto di semplici travi rimovibili e privo di argani ( quindi non il
classico ponte levatoio) “univa” Bardella a Cantalupo.
Dal 1585 si ricorda la “liberazione
dai banditi” - e specialmente del bandito Memmo (Domenico) Picone da Pietrademone - che si erano installati in un
castello diruto.Memmo , al solito,fu acciuffato dai gendarmi
nei pressi di Percile.
Adesso Bardella - Borgo e Castello (con duecentocinquanta stanze?), con
chiesa e la torre di avvistamento - rappresentano la tradizione feudale, il
biglietto da visita all’ingresso e - dopo lavori di consolidamento e restauro-
possibile centro di sviluppo culturale e turistico. Il che è teorico, stante la
perdurante proprietà privata del Castello, ancora in mano ai discendenti dei Roccagiovine.Però qualcosa si muove... e un’intesa
pacifica si può sempre trovare!
Il Convento di S. Cosimato -
insigne e antichissimo - ebbe il governo del feudo, alternandosi col potere
degli Orsini e dei Nunez, fino, appunto, ai Roccagiovine. Un momento di gloria Mandela lo visse a
metà dell’Ottocento, quando Giulia
Bonaparte, figlia di Luciano, avendo sposato Alessandro del Gallo, qui risiedette dando vita ad un ”salotto
letterario” di gusto e stampo francese.
Oggi si che un centro letterario
e artistico, in una sede prestigiosa e facilmente raggiungibile da ogni
direzione, darebbe nuova linfa vitale a Mandela!
Per ora i mandelesi sembrano schivi e quasi non osano pensare in grande.
S’impegnano mediante l’Associazione
Amici di Mandela - presieduta dall’ottimo Filippo Morgante- con serietà e
competenza, a conservare, ristampare, rievocare quello che c’è: grandi feste,
sagre gastronomiche, la “Panarda”, il
ricordo dello scrittore mandelese di adozione Giovanni Pullara, la scultura
all’aperto di Marco Boaretto, la corsa dei cavalli con i cavalieri in abiti
medievali, altre memorie anche recenti del costume di vita quotidiano,
specialmente relative alla “cultura della povertà”.
Il Centro storico della vecchia Cantalupo.
Mandela è più bella man mano che si sale verso il colle, dal bivio con
La toponomastica è curiosa. E al solito, fa parte della realtà storica
locale: Via dei Baci (perché poco illuminata...); Via della Speranza, Via
delle Fortuna (vi si accede al nuovo parcheggio, il che non è piccola
fortuna!), Via Rua e Via Ruina, Piazza di Corte e Via del
Muro Spallato. Il paesaggio dal punto più alto è incredibilmente ampio di
ricco di colli e vegetazione: veramente pittoresco.
Turismo e scambi
Mandela è gemellata con Labastidonne
(Francia) e sta stringendo un secondo gemellaggio, questa volta con un paesino
spagnolo.
Vale la pena salire a Mandela e visitarla a fondo, impegnandosi anche
nelle passeggiate nei dintorni: ai Lagustelli
di Percile (due laghetti) verso Castel del Lago e Pian dei Campielli di Raccagiovine. Per incontri e convegni c’è l’Oasi
di S. Cosimato (ex Convento francescano e primitivo monastero benedettino).
I Mandelesi sono amici e “compari”
degli abitanti di Cineto Romano (l’antica Scarpa) ma sono competitori dei Vicovaresi.Da Mandela, Cineto
Romano, nonché Licenza e
I ristoranti sono: Pian di Papa,
l’Eucalipto, Marco e Sonia, Il Battaglione, e la già indicata Oasi di S. Cosimato.
Per le informazioni turistiche: tel. e fax:
0774.492003.
Il calendario delle feste: il Nome di Maria (8 settembre), S. Rocco, Patrono S. Nicola.
Le sagre: sagra della polenta con cinghiale e della polenta “rencocciata”, festa dell’Olivo, l’antica
gara dei solchi di aratro ( da
ripristinare!) , le sfilate storiche in costume e la
corsa dei cavalli. Un cenno a parte merita la “Panarda”. Può essere una vera abbuffata paradossalmente definita “ di magro”, cioè tipica delle vigilie. Sono variamente combinati- a
scelta, per quantità e qualità -: pesce essiccato, legumi (ceci, lenticchie,
fagioli, fave), cereali (farro, grano, granturco), contorni (cicoria, cavoli neri,
broccoli), frutta secca (fichi secchi, noci, nocciole, mandorle, castagne,
uvetta “zibibbo”, olive nere affumicate, fette di pane “refattu”,
zuppa di fagioli e scarola, pancotto con baccalà, zuppa di fagioli, zuppa di
bieta e fave, pasto e broccoli in brodo d’arzilla, sagne con baccalà e con gamberi di fiume, tinchette al guazzetto,
trote al sugo, baccalà all’uva passa, baccalà con patate, broccoletti,
crescione e cicoria di prato, carciofi, fave, fagioli, lenticchie, ceci e
cicerchie, frittelle, caciotta o ricotta condita col miele.
Dolci e dolcetti
Cicerchiata, maritozzi, liquore di alloro, tozzetti, ciambelline al vino
e nociata.
CITAZIONI LETTERARIE
SU MANDELA
Orazio, Ep. 1-18: “Me quotiens reficit gelidosus Digentia rivus
quem Mandela bibit, rugosus frigore pagus”.
Raphael Alberti, “Epistola ad Orazio”: “ Salda, ordinata, Mandela mi saluta con la sua torre pallida”.
Settimia Bernabei, “Poesie”:” Mandela, terra
delle mie radici, sacra ai ricordi,
terra mamma e amica.....
Stai al passo coi tempi .
Però.... scusa se mi permetto
ti
prego non abbandonare il dialetto:
è un patrimonio, una cultura a parte, è una carta di
riconoscimento....
”
che scia
binittu chi ‘ncima a nu
montarozzu
t’ha piantata”.
Associazione amici
di Mandela:” cantilene” “ Sedia, sediola (questo bambino)..... va alla scola
se
porta le sediola,
se
porta i canestreglio
pjnu pjnu de pizzuteglio,
se
n’accorge la maestra
se ju
magna tuttu essa.
Piripiribotti
Scarica botti
Batti barile
Piripinterra!
Cronista
degli anni ’50: “Scorrono gli anni ’50. Portano i selci per le strade, l’acqua nelle case, la scuola nuova.
La vita per la gente è sempre dura: si viaggia a piedi, scarpinando per la “
Via della Mola”........ L’utilitaria per la maggior parte delle famiglie,
rimane l’”asena”!
Scioglilingua: “’Nguvi’ ‘nguco’
‘nguvo’ ‘n’nia’”.
La traduzione?
Cercarla sul posto!