IL PIANTO
DELLE ZITELLE ALLA SS. TRINITA’ DI VALLEPIETRA
Dott.ssa Chiara David, antropologa
Nel giorno della festa della SS. Trinità, quando
il Santuario ai piedi del Monte Autore diviene meta di migliaia di pellegrini,
viene rappresentato il "Pianto delle Zitelle".
E' l'interpretazione dei
"Misteri" della passione e della morte di Gesù da parte di giovani vallepietrane dette "zitelle".
Riguardo l'origine
della sacra rappresentazione sono state avanzate varie ipotesi da parte degli
studiosi che nel corso degli anni hanno fatto come oggetto di indagine il
Santuario vallepietrano.
Secondo Angelo Brelich,
l'intero culto trinitario affonda le radici in un passato precristiano. A
supporto di questa sua tesi, lo storico delle religioni chiama in causa diversi
elementi che instaurano un collegamento col mondo pagano: il luogo in cui è
ubicato il Santuario, alcuni rituali ( come per esempio la "dendroforia") e il "Pianto delle Zitelle".
Quest'ultimo richiama alla mente, secondo
lo studioso, le lamentazioni funebri precristiane in cui partecipavano giovani
vergini che piangevano la morte di un giovane Dio. Tali lamentazioni, inoltre,
avvenivano nello stesso contesto temporale in cui ha luogo la rappresentazione
del "Pianto" vallepietrano. In effetti,
come notò anche Franca Fedeli Bernardini in una
ricerca condotta nel 2002, un canto inerente la
passione e la morte di Cristo non è consono al periodo di Pentecoste.
Di diverso avviso è Filippo Caraffa, il
quale sostiene che il "Pianto delle Zitelle" venne introdotto nell'ambito
della festa della SS. Trinità solo attorno alla metà del XIX secolo. Periodo in
cui risale la costruzione del balcone della Cappella della SS. Trinità dove si
è rappresentato il "Pianto" fino agli '60
del secolo scorso.
Dal 1960 circa al 1996, esso venne cantato
all'interno dell' Altare all'Aperto.
Da quella data in poi il "Pianto
delle Zitelle" verrà rappresentato su un palcoscenico allestito per
l'occasione sul piazzale del santuario.
In quell'anno, infatti, l'allora parroco
don Domenico Pompili ha introdotto tutta una serie di
modificazioni della rappresentazione che hanno fatto sì che oggi si può
assistere a un qualcosa di completamente diverso. La motivazione di tutto ciò
risiede nel fatto che il "Pianto delle Zitelle" con il suo linguaggio
arcaico e poco comprensibile, non riusciva più a destare l'interesse e
l'attenzione né da parte delle "zitelle", né da parte dei fedeli che
ascoltavano. L'operazione di modificazione aveva l'intento di rendere
maggiormente fruibile la rappresentazione sacra.
Da una rappresentazione incentrata sul
canto, come era stata fino ad allora, il
"Pianto" diventa una vera e propria rappresentazione teatrale sacra
con tanto di attori.
Il testo è rimasto quasi del tutto
inalterato (tranne che per alcune correzioni apportate agli errori dovuti alla
trasmissione orale del canto), ma vennero introdotti attori maschili
rappresentanti Gesù, Pilato, Giuda e alcuni soldati.
Le "zitelle" che cantano il
"coro" smettono gli abiti bianchi per indossare vestiti tipici del
periodo di Gesù.
Inoltre la rappresentazione viene
accompagnata da musiche di Mozart, Bach, ecc. nei passi più
salienti.
Oggi, quindi, ci troviamo di fronte a un
"Pianto delle Zitelle" con un volto del tutto diverso. Resta
inalterato il senso di attaccamento alla tradizione da parte dei vallepietrani, i quali, oltre a riconoscere in esso un
valore religioso, lo sentono come un qualcosa che gli
"appartiene". Non è raro, del resto, che alcune odierne
"zitelle" siano figlie, nipote o addirittura pronipoti delle
"zitelle" degli anni passati.
Il pathos viene recepito in maniera
evidente anche da parte di quei fedeli che, nonostante la stanchezza del
pellegrinaggio, incuranti del clima poco favorevole, vi assistono totalmente
assorbiti ed emozionati. In fondo il luogo in cui viene inscenato il
"Pianto" risulta essere davvero suggestivo.
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Chiara David