Visitate Gerano ( a
Proprio così.
Già nell’antichità la
popolazione di Jeranu erede dell’antica Trellanum, al
centro di un sistema rapporti fra Latini, Equi e Sabini, era stabile e
consistente nel suo territorio, ma comunicava continuamente a dorso di mulo con
l’alta valle dell’Aniene, con Tivoli e Palestrina, ed anche con
Roma.La via mulattiera più antica si chiamava “Via
dell’Immagine”, con due Chiese a presidio dell’entrata e
dell’uscita dal paese. Era al centro nella “Massa Jubenzana”.
Due anni fa la comunità di Gerano ha stabilito un “gemellaggio mariano” -e per far facilitare a tutti i Geranesi l’apprendimento della lingua inglese- con GHARB, nell’isoletta di Gozo (Malta).
L’Infiorata
Il principale richiamo religioso, culturale e
turistico di Gerano è la bellissima e vitalissima realtà
dell’“Infiorata” (la più antica in Italia :
1730) in occasione della Processione della Madonna del Cuore ,
dopo S. Marco ( 25 aprile) . Altro elemento di spicco è
Anatolia, l’Orientale, chiamata anche Càllistene,“
la più bella” , era destinata ad un matrimonio di prestigio,
ma scelse i poveri e i malati nella zona di Tora (Borgorose) e fino al Piceno.
E' venerata in varie località in Italia (Sardegna, Alto Adige,...) e
all’Estero.
Presentiamo Gerano
rinnovata, attuale.
L’abitato è compatto, a ferro di cavallo e restaurato con magnifiche soluzioni architettoniche. Il Municipio è stato ricostruito su altissimi plinti : sotto c’è il mercato coperto.
L’economia
Il lavoro della popolazione è abbastanza consistente e sicuro. Da poco sono spuntati nella piana sessanta capannoni per l’artigianato.Continua il lavoro legato ai boschi e al legname. Il turismo non è solo quello legato alle importanti feste della tradizione ma anche l’andirivieni di scout e di giovani e adulti d’ogni luogo e soprattutto di Gozo (per loro sono a disposizione presso le canoniche delle due Chiese tutto l’anno una quarantina di posti-letto).
La vita economica sana garantisce pulizia, buon gusto,
valorizzazione degli usi locali, un panorama verde di boschi bello e
rispettato.
Ed è questo che calamita i turisti e visitatori, mai stanchi di
cose belle, cibi genuini e accoglienza festosa.
Si viene a Gerano per respirare tutto questo,
insieme con la serenità dei Geranesi .
Se vengono dall’alto, con
Osservando meglio i particolari storico-urbanistici,
si passa alla Chiesa Parrocchiale di S. Maria Assunta, progettata dal Valadier,
che custodisce il quadro della Madonna del Cuore del Conca;
Come
Perché qui i decreti sull’autonomia municipale concessi dal Card. Torquemada non impedivano ad ebrei e nomadi di vendere e comprare...
Nessuno teme questi singolari “nomadi”:
essi pregano in massa, si fanno battezzare, donano importanti collane alla
Santa, affiggono ex-voto per grazia ricevuta...
Il fenomeno va studiato, tanto è difforme
dalla paura diffusa tra noi “Gagè” per il
“popolo del vento”.
La vigilia dell’Ascensione c’è l’“ILLUMINATA”: migliaia di lumini
nei campi, con disegni di soggetto sacro, residuo di un arcaico rito
propiziatorio rurale.
Ci sono anche feste eno-gastronomiche di richiamo:
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-concerti e spettacoli nei fine settimana, con
annessi spuntini, assaggi e pranzi particolari; ma soprattutto
nell’Agosto Geranese, con tornei di tennis, calcetto, ping-pong,
briscola.
Con tutto questo, in una poesia in dialetto
geranese, quasi a voler fare atto d’umiltà, si recita:
Jètta ’na matt’e lena a fucurale
Casca tant’acqua ‘e pare
‘ntemporale
Chist’è Ggiéranu
téu sempr’uguale”.
Poi, dedicato ai Geranesi che tornano in Paese:
“Passa gliu
tèmpu-e’ccànno si crisciutu
pur’a Gghieranu turni rembambitu,
l’acqua de Maranera è tantu
bbòna
robba che non se venne manc’a Roma!”.
Autore di questi versi è il Parroco di Gerano
Don Giovanni Censi, che è anche buon poeta e ottimo pittore,
nonché storico locale.