GERANO

 

Visitate Gerano ( a 52 chilometri da Roma e a 18 da Tivoli sulla Via Empolitana 1^; dalla Via Tiburtina – all’altezza di Madonna della Pace - Maremmana seconda) perché i Geranesi visitano, in modo organizzato, i vostri paesi, le città... fino all’Arcipelago di Malta. Si tratta di restituire le loro visite!

Proprio così.

Già nell’antichità la popolazione di Jeranu erede dell’antica Trellanum, al centro di un sistema rapporti fra Latini, Equi e Sabini, era stabile e consistente nel suo territorio, ma comunicava continuamente a dorso di mulo con l’alta valle dell’Aniene, con Tivoli e Palestrina, ed anche con Roma.La via mulattiera più antica si chiamava “Via dell’Immagine”, con due Chiese a presidio dell’entrata e dell’uscita dal paese. Era al centro nella “Massa Jubenzana”.

Due anni fa la comunità di Gerano ha stabilito un “gemellaggio mariano” -e  per far facilitare a tutti i Geranesi l’apprendimento della lingua inglese- con GHARB, nell’isoletta di Gozo (Malta).

L’Infiorata

Il principale richiamo religioso, culturale e turistico di Gerano è la bellissima e vitalissima realtà dell’“Infiorata” (la più antica in Italia : 1730) in occasione della Processione della Madonna del Cuore , dopo S. Marco ( 25 aprile) . Altro elemento di spicco è la Secolare Fiera di S. Anatolia, da otto secoli caratterizzata anche dalla presenza di  ambulanti Rom e Sinti, devotissimi della Santa romana, martire sotto l’imperatore Decio.

Santa Anatolia

Anatolia, l’Orientale, chiamata anche Càllistene,“ la più bella” , era destinata ad un matrimonio di prestigio, ma scelse i poveri e i malati nella zona di Tora (Borgorose) e fino al Piceno. E' venerata in varie località in Italia (Sardegna, Alto Adige,...) e all’Estero.

Presentiamo Gerano rinnovata, attuale.

L’abitato è compatto, a ferro di cavallo e restaurato con magnifiche soluzioni architettoniche. Il Municipio è stato ricostruito su altissimi plinti : sotto c’è il mercato coperto.

L’economia

Il lavoro della popolazione è abbastanza consistente e sicuro. Da poco sono spuntati nella piana sessanta capannoni per l’artigianato.Continua il lavoro legato ai boschi e al legname. Il turismo non è solo quello legato alle importanti feste della tradizione ma anche l’andirivieni di scout e di giovani e adulti d’ogni luogo e soprattutto di Gozo (per loro sono a disposizione presso le canoniche delle due Chiese  tutto l’anno  una quarantina di posti-letto).

La vita economica sana garantisce pulizia, buon gusto, valorizzazione degli usi locali, un panorama verde di boschi bello e rispettato.                                                           Ed è questo che calamita i turisti e visitatori, mai stanchi di cose belle, cibi genuini e accoglienza festosa.

Si viene a Gerano per respirare tutto questo, insieme con la serenità dei Geranesi .

Una volta arrivati, come si muovono i turisti?

I monumenti

Se vengono dall’alto, con la Circonvallazione, ammirano l’abitato compatto, col centro medievale chiuso dalle tre porte “Maggiore”, “Cancello” e “Amato”, il Palazzo di Corte e la Torre di Giovanni V: tutto degno d’attenzione e di studio (ma è già sufficiente leggere le tabelle “storiche”).

Osservando meglio i particolari storico-urbanistici, si passa alla Chiesa Parrocchiale di S. Maria Assunta, progettata dal Valadier, che custodisce il quadro della Madonna del Cuore del Conca; la Chiesa di S. Lorenzo progettata dal Camporesi, con una “spinetta” seicentesca; infine la Chiesetta di santa Anatolia- antistante il celebre prato della Secolare Fiera.

I Rom e Sinti

Come mai Rom e Sinti, chiamati sbrigativamente Zingari, di tradizione nomade e orientale, partecipano in massa da otto secoli alla Fiera di S.Anatolia il 9 e 10 luglio?

Perché qui i decreti sull’autonomia municipale concessi dal Card. Torquemada non impedivano ad ebrei e nomadi di vendere e comprare...

Nessuno teme questi singolari “nomadi”: essi pregano in massa, si fanno battezzare, donano importanti collane alla Santa, affiggono ex-voto per grazia ricevuta...

Il fenomeno va studiato, tanto è difforme dalla paura diffusa tra noi “Gagè” per il “popolo del vento”.                                                                                                          La vigilia dell’Ascensione c’è l’“ILLUMINATA”: migliaia di lumini nei campi, con disegni di soggetto sacro, residuo di un arcaico rito propiziatorio rurale.

Ci sono anche feste eno-gastronomiche di richiamo:

-la Sagra degli Strozzapreti - l’ultima domenica di luglio – (farina di grano e di granturco, condito con salsa forte detta “Pistacchia”);

-la Sagra delle Salsicce e veròle – a novembre - (salsicce e castagne arrosto, con vino casereccio a volontà);

-concerti e spettacoli nei fine settimana, con annessi spuntini, assaggi e pranzi particolari; ma soprattutto nell’Agosto Geranese, con tornei di tennis, calcetto, ping-pong, briscola.

Con tutto questo, in una poesia in dialetto geranese, quasi a voler fare atto d’umiltà, si recita:

“MITTI TRE CASE

Mitti tre casi attorn’a’ncampanile

Jètta ’na matt’e lena a fucurale

Casca tant’acqua ‘e pare ‘ntemporale

Chist’è Ggiéranu téu sempr’uguale”.

Poi, dedicato ai Geranesi che tornano in Paese:

Passa gliu tèmpu-e’ccànno si crisciutu

pur’a Gghieranu turni rembambitu,

l’acqua de Maranera è tantu bbòna

robba che non se venne manc’a Roma!”.

Autore di questi versi è il Parroco di Gerano Don Giovanni Censi, che è anche buon poeta e ottimo pittore, nonché storico locale.