IL FONTANIERE COMUNALE
Una figura caratteristica
del passato era il fontaniere-idraulico
comunale.
Suoi compiti erano:- controllare il livello della “centrale
piezometrica” (“ju bacilò”,
in dialetto sublacense) dell’acquedotto; - riparare le piccole perdite delle reti
idriche interne; - segnalava al
Tecnico Comunale le perdite più grandi;- provvedeva direttamente ai “rifacimenti”
e “ripristini”, dove il manto stradale era stato scalfito per creare nuovi “allacci
privati”;- ma soprattutto lavava
strade e piazze mediante lo spandimento a pompa, durante l’estate.
Questo era il lavoro più
visto e più caratteristico. Bisogna sapere che Subiaco dagli anni ’10 del ‘900
dispone (va) di due stesimi fognari ben
distinti: delle acque chiare e
delle acque scure (fogne).
Le acque chiare mettevano insieme l’acqua reflua di piccole sorgenti ( Acqua
‘e Marzu oltre
Nella parte bassa di Subiaco
le acque chiare avevano, per caduta, una pressione sufficiente per spingere nel
tubo di gomma e tela cerata l’acqua per lavare e rinfrescare le vie e piazze e
far sparire polvere e sporcizia. L’igiene pubblica se ne avvantaggiava enormemente. Uno
degli ultimi fontanieri-pompieri era Vincenzo, ”CENCIO”.
”Pompa Ce’!: era una saluto e uno scherzo che gli rivolgevano i presenti,
quando cominciava ad avvitare la sua pompa al chiusino, stendeva la pompa a
terra, mandava l’acqua a flusso pieno e , mediante una spatola, a ventaglio.
Brandeggiava con un certo orgoglio la pompa, trascinando opportunamente il
lungo tubo nero.
Il primo lancio dell’acqua
coglieva qualcuno di sorpresa ed erano caratteristici i salti e i commenti tra
il divertito e l’indispettito. Ma Cencio non rideva mai: continuava
scrupolosamente il suo lavoro di “pompiere” comunale. Le strade poi apparivano
fresche e pulite. E non è poco, in tempi in cui l’asfalto non era sempre
garantito e la polvere turbinava sempre. Questa igiene pubblica era anche
esempio e stimolo per l’igiene privata,
della persona e della casa.
Quando negli anni ’60
l’Abate Gavazzi, milanese, cominciò a visitare varie case in Subiaco, commentò
più volte che erano case ordinate e pulite, fino allo scrupolo.
Era ed è vero!
Poi l’ultimo fontaniere andò in pensione ( ma ormai
regolava solo l’acqua della “piezometrica”, durante la notte, perché non mancasse
l’acqua nella case, durante il giorno).
Per sostituire l’unico idraulico tuttofare, il Comune
dovette incaricare il suo Ufficio Tecnico, perché, in base a distinte
competenze, un incaricato
verificasse i livelli dell’acqua, un
altro per presiedere agli allacci privati delle
utenze dell’acqua domestica, un altro
ancora per il ripristino, a carico dei privati, della strada intaccata da quei
piccoli lavori…
Ma nessuno più per usare la pompa per innaffiare,
lavare, rinfrescare le strade e le piazze di Subiaco nei mesi estivi.
( Nel Comune di S. Gregorio da Sassola, sta capitando
adesso le stesso fenomeno. Via l’ultimo idraulico comunale,
l’ACEA ha creato una complessa struttura. Un tecnico fa un sopralluogo; una
squadra esegue il lavoro; una ditta esterna esegue i “ripristini”; un
amministrativo prepara
gli atti per attribuire le spese, fino ai versamenti all’Ufficio Postale….)