INVITO A...
Siamo a Cerreto Laziale
-1.150 abitanti - (si chiamò Cerneto e Monterufo), a venti
chilometri da Tivoli e quarantacinque da Roma, lungo
Tutto intorno: San Vito,
Gerano, Pisoniano, Capranica Prenestina (col più noto Guadagnolo e il
celebre Santuario della Mentorella), e, a lato, Canterano e Rocca Canterano.
Dopo secoli di campanilismo,
l’”Unione dei Comuni del Giovenzano”, ha realizzato un
consorzio permanente tra Cerreto, Gerano, Sambuci, Saracinesco, Pisoniano e
Rocca Canterano, per integrare i servizi di raccolta rifiuti urbani, ufficio
tecnico, mense scolastiche, Segretario Comunale.
Il risultato è che
Cerreto, insieme con questi Comuni, è come rinata. Il terremoto del
Duemila è un brutto ricordo. Tutto è rinnovato, pulito, sicuro e
affidato alla naturale cortesia ed efficienza dei residenti.
L’assetto edilizio è come nuovo, ma lo stile, il gusto e la memoria permangono nella più pura tradizione.
Volete fare un giro
turistico-culturale di Cerreto?
E’ facile.
Cercate i punti
caratteristici: l’Ara ella porta, Sopportu (
sottopassaggio)’ e Pillirina,
Sopportu ella
torre, Gli ortu (oggi una graziosa piazzetta), Sopportu sottu alle mura, I turi
(la piazza centrale),
A proposito della Jatta,
una terribile gatta “guerriera”, essa è tra i simboli
storici di Cerreto.
Narrano le cronache
dell’aprile 1592 che il famigerato brigante Marco Sciarra, con 300 dei
suoi, tentò di distruggere Cerreto e i Cerretani.
Nell’attacco alle case isolate, abitate anche da immigrati milanesi,
furono uccise ben 45 persone, i cui nomi figurano in una lapide che pare riferire lutti
d’oggi: “Ottavio de Bortone,Io-Battista de Attorro...”
Ma per rompere
l’assedio i Cerretani scelsero una gatta robusta. “Alle zampe
posteriori e alla coda dell’animale legarono un fascio di materia
infiammabile. Poi,all’ora concordata con gli alleati dei paesi più
prossimi, diedero fuoco e dall’alto dei merli della fortezza gettarono la
gatta dove dormivano i briganti”.
Le fiamme si propagarono nella paglia e il fieno su cui dormivano i briganti, portando tra loro uno scompiglio indescrivibile... Contemporaneamente i pochi armati cerretani fecero una sortita, mentre irrompevano in loro aiuto gli armigeri dei paesi più vicini.
E per i briganti fu la rotta.
Il 24 e 25 maggio di ogni
anno si festeggia
Quest’avvenimento e
altre tradizioni e canti furono riscoperti, fatti conoscere con pubblicazioni e
valorizzati, dal cerretano monaco benedettino, filosofo e storico Don Paolo
Carosi.
Chi vuole avere
un’idea sintetica degli usi i costumi dei passato contadino e paesano dei
cerretani deve vedere i “bozzetti” colorati a lato dei nomi della
Vie e Piazze. La toponomastica ufficiale , pure significativa -“Via
dei Milanesi”, Via della Torre - è affiancata da scene di vita
di una volta: la mietitura, la vendemmia, passeggiata,la morra,
l’osteria, la festa di Sant’Antonio e l’immancabile gatta
.
Se avvicinate persone appassionate della realtà cerretana – come l’ex Vice Sindaco Gilberto Proietti, o qualche amministratore comunale o responsabile della Pro-Loco ne potrete sapere di più.Ma ci si può rivolgere al Comune: tel.0774.798032; risponde l’ottimo Sandro Luciani.
Per i cibi e le feste,gradevole abbinamento:
-trattoria “La
falegnameria” (abbacchio locale e pizzarelle);
-“Sagra delle
pizzarelle”
(pasta fatta in casa, con farina di grano e granturco , condite con sugo di
pistacchio -aglio, olio, peperoncino, pomodoro e pecorino-: una esclusiva
assoluta di Cerreto: il 15 e 16 settembre;
-“la pizza alla
pala”, “la pizza all’uovo”, il pane, le ciammelle
all’uovo e alle nocciole .
Quando venire a Cerreto? In ogni periodo dell’anno. Qui non fa mai troppo freddo o troppo caldo. Le serate estive sono tutto una spettacolo all’aperto.
Il 10 settembre: festa di S.
Maria Goretti: celebrazioni liturgiche, Banda musicale “G. Verdi” e
giochi popolari, “Scocciapignate”.
Cerreto è anche la “Terra
della Musica”. Per la banda cittadina che esiste dal 1876 e le corali
, nonché per le formazioni giovanili (Glass Prison,
Onda Sonora, Spirito Ribelle”. Qui tutti sanno cantare. Non
ci sono stonati. I Cerretani si commuovono all’inno alla “Madonna
di Cerreto”. Maria SS.ma Madre delle Grazie ha la sua festa l’8 e 9
settembre; mentre il santo Patrono S. Sebastiano si festeggia il 20 e 21
gennaio.
Con un salto
all’attualità , a Settembre ,“Via Magutta a Cerreto”,
grande mostra di pittura. Ad
ottobre: raduno delle “rosse” della Ferrari.
Il primo novembre : caldarroste e vino offerti in piazza a tutti.
Poi ci sono le occasioni del
gemellaggio di Cerreto con Civrieux (Francia – Dipartimento de
l’Ain, nel Lionese), con scambio di musiche, gastronomia, partite di
calcio, visite scolastiche.
Allora sono solo feste
affollate di visitatori?
Ci sono quelle, ma ci sono
anche le passeggiate nei vicoli, le escursioni sul Monte Costasole, le
“puntate” fino alla Mentorella e ai paesi
vicini. Riscoprendo anche il valore della lentezza dei quattro passi e
delle conversazioni con i compagni di gita e con residenti, specialmente
anziani...
Per la visita di un giorno,
mettere in conto un congruo rifornimento di dolci e dolcetti locali e camminate
corroboranti, con qualche colloquio con i Cerretani (tutti ospitali e pronti
alla battuta, ma lieti d’essere Cerretani).
Per un soggiorno più
lungo, si possono affittare case e casette. A prezzi ragionevoli.