Invito
a…
CAMERATA NUOVA
di Giuseppe e Paola Cicolini
Volete visitare una new town … del 1859-
1860? Venite a Camerata NUOVA! Appunto “nuova”, rispetto alla
“vecchia” Camerata , distrutta da un incredibile
incendio il 9 gennaio 1859 e abbandonata per una nuova area, distante alcuni
chilometri. Un centro abitato tutto
nuovo. Dall’arroccamento montano, alla pianura. Quell’incendio divenne
ricordo incancellabile e “passò in
proverbio” nella Valle dell’Aniene e nella Marsica. Gli stessi Cameratani (o
“Cammoratani”) vivono quel terribile avvenimento
come se fosse di ieri. Ne parleremo. Intanto chi si sta dirigendo verso
Camerata Nuova (Provincia di Roma)
dovrà intersecare il territorio abruzzese, sfiorando Rocca di Botte, Oricola e Pereto (Prov.
de L’Aquila), nello spazio Est della Piana del Cavaliere. Se proprio non
volesse uscire dal territorio laziale e "romano", dovrebbe
raggiungere Camerata Nuova a piedi o a cavallo, come si fece per secoli,
attraverso i passi montani presso Cervara -
Il nome Camerata. Da
“camere”, locali ricavati in parte nella roccia? Come “Le Cammore”, sulla strada rurale che va
dalle campagne di Subiaco al Monastero S. Scolastica? Come le “camerelle” per
gli schiavi a Villa Adriana? O per una “camerata” di briganti? O piuttosto per
una “camerata” di gendarmi, a
guardia del confine con il Regno di Napoli?
Ed eccola, Camerata di oggi. Abitato
raccolto, con
corso centrale e stradette laterali “ a spina di
pesce”.La Chiesa parrocchiale è il fondale della strada. Il Centro Visita del Parco dei Simbruini vi
aspetta.
Leggende”paurose”?Macché! Niente.
Nemmeno uno straccio di lupo mannaro! Anzi, ci dicono che i Cameratani
vecchi e nuovi erano abituati di giorno a lavorare i campi, e di notte a cercare il bestiame in montagna. Non
avevano paura di brutti incontri. Anzi erano gli altri intrusi, compresi i
briganti ( se isolati) a dover temere... Questi briganti poi, escluso Chiavone, ufficiale disertore, erano straccioni
rapinatori, tutti preoccupati della loro sopravvivenza: cibo e sicurezza. I
loro tesori? Solo aver cara la pelle!
“ Al fuoco!!!”Camerata “vecchia”, quella montana, era un paesino
arroccato, la cui forma dava l’idea di alambicco - con attorno Cervara , Rocca di Botte e Pereto. Era di origine antichissima,
data la scoperta di una tomba scavata nel tufo, con scheletro umano, frecce
litiche e ascia di rame. In località Scarapellata è stata individuata una grotta con frammenti ceramici.
Maurizio Fracassi ha rinvenuto una lapide latina.
La vita quotidiana vi si svolgeva
più o meno come in tutti gli altri Castra arroccati. C’erano
molti allevamenti di bestiame - si dice, fino a 50.000 pecore e centinaia di
cavalli- “avviati” al pascolo brado nella Piana di Camposecco.
I lavori agricoli sui terreni sassosi erano poco produttivi. Il resto era isolamento,
povertà e difficoltà di ogni genere. Le costruzioni di case e chiese, da
semplici divennero più sicure, in muratura. Il potere politico passò dagli
Abati di Subiaco, ai Conti dei Marsi, ai Colonna, fino alla nascita del Comune, al tempo di
Napoleone Bonaparte. Lo stemma comunale si rifà alla “colonna”. Lavoro e
coraggio dei poveri e potere dei ricchi non impedirono che imperversassero briganti di ogni tipo e provenienza,
che approfittavano della linea di confine per passare dal “Regno” allo Stato Pontificio. Tra i più famigerati briganti
figurano: Marco Sciarra,
“Scarpaleggia”,
Luigi Alonzi da Sora detto “Chiavone”, Domenico Fontana, Vigilio Lozzi – cameratano - e Salvatore D’Angelo.
Nella vecchia Camerata non tutti gli abitanti temevano i briganti e
pochi collaboravano con i gendarmi pontifici o “napoletani”, per catturarli.
Sta di fatto che le Autorità addette al controllo alla frontiera,
pontificie e “napoletane”, avevano in antipatia questo abitato impervio,
abbarbicato alle rocce e dalle abitudini popolari vagamente “tribali”.Facevano
sempre la figuraccia di non riuscire a controllare alcunché...
Questo spiegherebbe le strane circostanze dell’incendio.Ci sono tre
versioni dei fatti. Ecco la terza versione, descritta dalla dott.ssa Giulia Averna Fincato
nella sua tesi di laurea “Camerata
vecchia. Storia
archeologica di un insediamento Sublacense”.
Quella notte ci fu una festa, con grande abbuffata, ma senza incidenti. Tra i
commensali c’erano un paio di gendarmi, sotto mentite spoglie di briganti. Al
mattino scoppiò il grande incendio. Quei gendarmi avevano avuto l’incarico dalle
rispettive Autorità di accendere vari focolai d’incendio? Per questo i gendarmi
delle due parti furono così pronti a soccorrere la popolazione fuggiasca, tanto
da meritarsi un encomio? Per questo il Regno aveva rettificato i confini
cedendo allo Stato Pontificio una porzione di terra su cui sarebbe nata, in
brevissimo tempo, Camerata Nuova?
Come mai la “delocalizzazione” dell’abitato sembrava già decisa e si può
ipotizzare “una decisione tutta politica,
avvalorata dal fatto che la ricostruzione partì con eccezionale rapidità, gli
appalti furono immediatamente assegnati (sic!), mentre il progetto non richiese
alcuna perdita di tempo: era già pronto”? Qualunque cosa ne pensiate, ecco le altre due
versioni. Nella casa di Simone Pelosi si sprigionarono fiamme, che, col
vento Maestro, avvilupparono tutte le case. L’arciprete Don Antonio Fiori si
prodigò per salvare e proteggere molti fuggiaschi terrorizzati. Questa è la versione ufficiale.Altra versione.
Cena in casa di Simone Pelosi: grande “braciolata”. Il
camino prese fuoco e le lingue infuocate dilagarono sui tetti all’intorno. Si
salvarono miracolosamente le statue della Madonna della Pietà e di Sant’Antonio
Abate.
Com’è vissuto l’incendio ,
oggi
Dimenticate le sette perdite umane - vittime dirette o indirette
dell’incendio - e la fuga disperata verso valle, i discendenti degli antichi Cameratani hanno elaborato il lutto in modo tale che oggi
Camerata Vecchia è un punto di forza della loro identità. Si organizza perfino
una Sagra della Braciola!Ma
soprattutto si festeggia il “ritrovamento” nel Museo di Ognissanti in Schaffausen
(Svizzera) di un dipinto raffigurante Camerata in fiamme e la fuga dei suoi
abitanti: autore August Weckesser.Il
"soggetto" era noto per varie riproduzioni (una copia campeggia
nell’Aula Consiliare del Comune) ma si era persa traccia dell’originale. “Lo scenario è impressionante: Camerata
situata su un costone roccioso tutta in fiamme nella luce del mattino e un
fiume di persone e animali in fuga che sembrano riversarsi su chi guarda” (Stefano
Nardi, su Aequa
n.40, marzo 2010).E’ sorta una curiosa disputa tra
Camposecco western
Nel pratone di Camposecco
furono girati quasi tutti i film western
della fortunata serie “all’italiana”. Gli attori protagonisti di quei film sono
cittadini onorari di Camerata. Le comparse e i cavalli erano del luogo. Adesso
visitano Camposecco comitive di turisti, curiosi di
ritrovare i paesaggi… del selvaggio West.
PASSEGGIATE
CONSIGLIATE
Verso
LE FESTE
Oltre la festa di Sant’Anna,
sono molto onorati il Patrono S. Egidio e Sant’Antonio Abate. Sono venerati
anche S. Rocco, con quadro del ‘700 e Maria SS. Assunta, con quadro dell’’800.
Ogni sabato il paese si anima per il colorito mercatino. Una scuola di
ballo (femminile) e una di musica, organizzano feste
annuali. E così pure