ARSOLI
Il nome accenna subito ad una piccola
“arce”, nel tempo, equa, romana , benedettina e feudale. Il
Castello dei Principi Massimo domina l’abitato e la vallata del Bagnatore. “Arzuli
è fatta a ferru de cavaju...”-
recita un canto popolare.Ma
“onnipresente” è il Castello. Sembra il castello delle
favole, o meglio, quello dei libri di storia medievale. Ma è abitato,
sia pure saltuariamente, dai titolari Principi Massimo.
Castello
e Principi tuttora ben vivi e vegeti. Questo è un privilegio e un
destino che anche il turista percepisce subito, già
nell’avvicinarsi ad Arsoli.Qui vince il
castello: non c’è campanile che tenga.Più
in basso c’è il Belmonte.
Nella
memoria degli Arsolani il dominio feudale si stempera
però nel ricordo della rinascita del paese- come la mitica Fenice - nel
‘600, dopo una terribile peste, quando il feudatario divenne un
intelligente benefattore. Introdusse lavori artigianali di pregio,
istituì scuole per l’educazione dei bambini e delle ragazze,
laboratori di arti e mestieri e riordinò l’urbanistica. Per tutte queste vicende, autorevole
storico di Arsoli è il Prof.Walter Pulcini,
che ne ha scritto molto e molto bene.
Arsoli,
varco verso l’Abruzzo marsicano, è quasi
in equilibrio geografico e storico-culturale tra l’influsso di Tivoli, di
Subiaco e dell’Abruzzo.Ora
è gemellata con BLAGAY, in Bosnia-Erzegovina,
ovviamente anch’essa una città-castello.Vi
si arriva dalla Tiburtina-Valeria e anche in treno
(Stazione FS di Arsoli).Vanta una propria impronta di bellezza medievale e una
vitalità artistica e turistica veramente invidiabili.
Gli
Arsolani parlano di “Città Museo”
e il gran lavoro che svolge
Da
fuori, ogni prospettiva è buona. Svettano i merli e le torrette;
c’è il giardino all’italiana – un vero
labirinto
verde di bosso, dominato da una statua originale romana di “Roma
sedente”. Questa statua fu rinvenuta negli orti dei Massimo
nell’area dell’attuale stazione Termini. Nel retro del castello
c’è uno strapiombo orrido, mirabile difesa naturale “a
monte”.
Dopo
il solenne ingresso a gradoni, si passa nell’armeria vecchia, con
armature impressionanti ma anche delicati strumenti musicali storici. Il Salone
è affrescato da Marco Benefial, Paolo Annesi e Nicolò Lapiccola.
I temi sono di carattere mitologico e allusivi alla grandezza dei committenti.
Il
turista può godersi lo sport di tiro con l’arco, i “recital”
delle poesie d’autore e degli stornelli paesani, il presepe vivente, le
mostre di scenografie e costumi (a conclusione dei corsi artistico-professionali
diretti da Eclario e Silvia Barone), le
specialità gastronomiche, le passeggiate a piedi verso i Piani Uggi.
Ma andiamo con ordine.
Il
Castello fu sede di un miracolo di S. Filippo Neri. Qui il Santo - detto dai
Romani “Pippo bbòno”- era
all’altare quando il piccolo Paolo Massimo ebbe una crisi respiratoria
che sembrava portarlo a morte immediata. Corsero ad avvertire S. Filippo per
salvarlo con la sua preghiera. Il Santo disse di attendere il termine della
Messa. Ma quando arrivò al capezzale di Paolo, il ragazzo era spirato.
La preghiera del Santo ne ottenne il ritorno in vita.
Sta
di fatto che una volta l’anno ai Romani si aprono le porte del Palazzo
Massimo al Corso Vittorio Emanuele, nel giorno del miracolo di Arsoli!
Altra
narrazione sui Massimo, in uno dei periodi di splendore della Casata. Il Papa
inviò ambasciatore presso Napoleone I, appunto, un Principe Massimo.
L’Imperatore, leggendo le lettere credenziali mormorò: “Massimo...
Ella discende forse da Quinto Fabio Massimo il “Temporeggiatore”?Ma
certamente è solo leggenda!”.
“Maestà, rispose il Principe, è una
leggenda che si racconta da duemilatrecento anni!”.
Dopo
essersi guardato intorno per le vie e scalinate, il turista può visitare
le Chiese: chiesa e convento di S. Bartolomeo, del SS. Salvatore, cappella di
S. Rocco, con pregevoli affreschi del “Maestro di Arsoli”.Ci si può giovare delle visite guidate, affidandosi
a giovani volontari della Pro Loco, particolarmente preparati.
Poi
sarà ora di dedicarsi al pasto e all’acquisto agro-alimentare:
alla “Locanda del Fontanile”, Bar Pizzeria “Arasolis”, Forno Piacentini, macellerie Da
Felicetto e Bonanni, locanda e ristorante“Angela
alle Molette”.Specialità: castagnole,
frappe, ciammellette fritte, pizzafitta
(pizze, pizzigli e pizzafritta),
sagne, cillitti co’j’agliu, sagnozzi,
gnucchitti, frascaregli,
erbe mmischie, maritigliu, pizzigliu a furnu ardente, pizza
summa, pangiallu, tisichelle,
ciammelle de magru e carne
di maiale.
Le
feste maggiori: Festa di S. Antonio Abate, con benedizione degli animali e
“ciambelle della fratellanza”; A maggio, “Fiera di S.
Filippo” (merci, bestiame e prodotti artigianali); in agosto, Settimana
dell’arte e del folklore; Sagra della fagiolina
arsolana e rassegna gastronomica; il 26 Festa
di Nostra Signora di Guadalupe, Patrona di Arsoli;
in settembre Festa della Montagna “Alle are”,
nelle aie contadine. Insomma, non c’è che da visitare e conoscere
meglio Arsoli e le sue risorse storiche, artistiche e culturali.